Il 15 giugno 1982, esattamente 41 anni fa, ebbe luogo la partita con il punteggio record mai registrato a un Mondiale di calcio. L’Ungheria sconfisse 10-1 la malcapitata selezione di El Salvador. László Kiss, un subentrante, mise a segno una tripletta. Altro record per la rassegna iridata.

La nazionale centramericana non annoverava tra le proprie fila solo calciatori semiprofessionisti o dilettanti. Scese difatti in campo il Mágico González. Quella vittoria per 10-1 dei magari affonda radici profonde, in una serie di fattori che danneggiarono ineluttabilmente El Salvador.

La Selecta è diventata la prima squadra centroamericana a qualificarsi a più di una Coppa del Mondo dopo aver concluso al secondo posto il campionato CONCACAF (il precursore dell’attuale Gold Cup), lasciando dietro il Messico. Quelli erano tempi più semplici. Le squadre nazionali avevano una squadra in cui praticamente tutte giocavano all’interno del proprio territorio (l’unica eccezione in El Salvador sarebbe stata Jaime Rodriguez, che giocava per il Bayer Uerdingen, squadra dell’allora Germania Ovest).

I centroamericani non erano nel gruppo migliore nel Mondiale di Spagna ’82. La loro prima apparizione era stata a Messico ’70, 12 anni prima. I loro rivali erano i campioni dell’Argentina – guidati da Diego Maradona – il Belgio e l’Ungheria, avversario al loro esordio in quel di Elche. Nonostante l’accesso al mondiale, i calciatori della nazionale non potevano estraniarsi dalla realtà del propria Paese: la guerra civile aveva colpito tutti gli strati sociali e la pace sembrava non arrivare mai.

Il portiere della Selecta, Luis Guevara Mora, nel libro I Mondiali di calcio degli sconfitti di Matteo Bruschetta ha dichiarato: «È stato difficile crescere in questa situazione. Camminando per strada, era comune vedere un cadavere sul marciapiede o trovarsi nel bel mezzo di una sparatoria (…) Bastava essere nel posto sbagliato al momento sbagliato».

El Salvador si era preparato giocando diverse amichevoli (contro il Boca, il PSG o il Botafogo, per esempio), approfittando del fatto che praticamente tutta la squadra si stava allenando nel Paese. Sono state quelle partite che hanno portato visibilità al Mágico González, consentendogli di trasferirsi nel Vecchio Continente. Il suo talento ha gradualmente superato le frontiere.

Quello che non trascendeva, però, era il trattamento della Federazione, che faceva pressione sui propri calciatori per ottenere risultati, ma dava ben poco in cambio. I bonus non arrivavano mai, le condizioni di allenamento non erano delle migliori (per usare un eufemismo), non c’era abbastanza materiale (i calciatori dovevano rubare le maglie che indossavano, per poter avere un “souvenir” dei Mondiali). L’albergo dove alloggiava la nazionale di El Salvador si trovava vicino a un poligono di tiro: non le condizioni ideali per un sonno tranquillo.

I calciatori chiesero delle divise Adidas, ma ne ricevettero solo quattro. Sparirono anche tutti i palloni richiesti e si allenarono con palloni di fortuna. Le condizioni erano proibitive e la squadra non riuscì ad allenarsi in condizioni decenti. Avevano pochissimo tempo a disposizione per allenarsi, per colpe ascrivibili alla federazione.

Quest’ultima negò condizioni base ai calciatori, facendo tra l’altro iscrivere appena 20 calciatori al posto dei 22 previsti. Il motivo? Presunti motivi economici. Eppure i vertici della federazione si recarono in Spagna con famiglie al seguito. I calciatori si sentirono presi per i fondelli.

I palloni scarseggiarono e i salvadoregni non riuscirono ad allenarsi a dovere. Basti pensare che il giorno della partita furono costretti a chiedere palloni agli ungheresi per il riscaldamento. L’esito del match fu immaginabile. Il primo tempo si concluse “solo” sul 3-0 per l’Ungheria. La squadra europea dilagò nel secondo tempo, sembrando la celebre Aranycsapat.

L’unica rete di El Salvador arrivò dopo 5 reti dei magiari. A segnarla fu Ramirez Zapata a seguito di una bellissima azione del Mágico Gonzálezsulla sinistra. Quest’ultimo fu decisamente il migliore dei suoi. Il portiere Mora fu costretto per ben 10 volte a recuperare la sfera dal fondo del sacco e risultò il peggiore.

A seguito di quella gara, molti calciatori della Nazionale di El Salvador furono scartati dalle rispettive squadre per l’onta del 10-1 subito. Il Mágico González rimase invece in Spagna, dove disputò grandi stagioni con il Cadiz, con un intermezzo al Valladolid. Nella sua avventura in Liga, Diego Armando Maradona affermò che il Mágico era nella top 10 dei calciatori che aveva mai visto giocare…