La parola “nostalgia” deriva dal greco “nostos”, che significa “ritorno a casa”. Ma nella parola è presente anche il termine greco “algos”, che significa dolore. Un angosciante riflesso di tempi più felici. La nostalgia è un sentimento che molti tifosi del Leeds United conoscono molto bene. Oggi stanno celebrando in silenzio il 28° anniversario del trionfo in First Division, nella stagione 1991/92.

Il regista Lee Hicken ha commemorato questi momenti memorabili nel suo documentario Do You Want To Win?, con il contributo di personaggi del calibro di Gordon Strachan, Gary McAllister, Vinnie Jones e Howard Wilkinson.

Questo titolo è andato perso nella storia“, afferma Hicken. “La gente non ama parlare dell’ultimo anno prima dell’inizio della Premier League, perché secondo i media il calcio è stato inventato nel 1992“. Il trionfo di Leeds è una storia romantica su cui vale la pena di ritornare, secondo Hicken. “Siamo passati dagli ultimi posti della seconda divisione alla promozione e poi siamo diventati campioni“.

 

È stato un miracolo ancora più grande di quello compiuto dal Leicester“. 

 

Lee Chapman e Rod Wallace erano calciatori offensivi affidabili, mentre Tony Dorigo e Mel Sterland erano i capisaldi della difesa. Eric Cantona, uno dei calciatori francesi più forti degli anni ’90, fu ingaggiato a metà stagione. Il francese ha vestito poco tempo la maglia del Leeds, ma ha dato un contributo fondamentale per il titolo.

La presentazione di Eric Cantona come nuovo giocatore del Leeds

 

Fu il centrocampo tutto britannico, tuttavia, a fare la differenza per il Leeds.

La cosa che si è sempre distinta di quel gruppo è stato quel magico centrocampo, composto da Speed, Batty, McAllister e Strachan, un mix perfetto“, afferma Hicken. “Se qualcuno oggi avesse quei quattro a centrocampo, sarebbe più che in grado di reggere il confronto con le migliori squadre al mondo. Quel centrocampo a quattro rasentava la perfezione“.

Il tecnico Howard Wilkinson aveva creato una ricetta per la vittoria. Il gallese Gary Speed, sfruttando la sua freschezza, andava avanti e indietro per la fascia sinistra, da vero tornante. Gary McAllister, regista scozzese, era pericolosissimo sui calci piazzati. L’inglese David Batty garantiva interdizione e fosforo. E Gordon Strachan, oramai 35 anni, offrì la sua dose di esperienza, leadership e pura classe.

Hicken riserva particolari elogi a Strachan. “In campo ha fatto la differenza per tanti anni. Arrivare in quella fase della sua carriera e finire per essere il miglior giocatore del Paese a 34/35 anni è stato un risultato ragguardevole. Wilkinson era colui che organizzava le cose fuori dal campo e Strachan era il suo luogotenente, per assicurarsi che quelle istruzioni fossero eseguite in campo“.

Howard Wilkinson chiese Gordon Strachan e Chris Fairclough. I due costarono due milioni di sterline in tutto, cifra che Bill Fotherby investì fidandosi del tecnico. Il carismatico amministratore delegato, insieme a Wilkinson, ha gestito il club per tutto il glorioso periodo 1988-1992.

Quando Wilkinson approdò alla guida del Leeds, nel 1988, trasformò una squadra poco brillante in una compagine con mentalità vincente, portandola alla promozione nel 1990. Dietro le quinte, Fotherby lavorò instancabilmente per consegnare a Wilkinson una squadra che potesse lottare per il titolo di First Division.

Non c’erano ancora i megacontratti per i diritti TV e, pertanto, Fotherby ricorreva a misure disperate per ottenere i fondi per il calciomercato.

Ricorda Hicken. “Fotherby e Wilkinson erano la coppia perfetta. Howard Wilkinson chiese Gordon Strachan e Chris Fairclough. Entrambi costarono due milioni di sterline in tutto, cifra che Bill Fotherby investì fidandosi del tecnico. Alcune delle storie che racconta su come riuscì a trovare i fondi sono impagabili. I rapporti che aveva con gli sponsor e i soci e il suo sostegno a Wilkinson furono straordinari. Il lavoro di Fotherby dietro le quinte è stato fondamentale per quello che è successo in campo“.

Quattro anni dopo l’arrivo di Wilkinson, il 26 aprile 1992, quindi esattamente 28 anni fa, il Leed vinse il titolo, espugnando il campo dello Sheffield United. Quella squadra operaia sembrava aver rinverdito i fasti degli anni di Don Revie. Quel trionfo restituì l’orgoglio di un club e di una città che, secondo Hicken, non aveva avuto fortuna. Tutto questo prima del periodo d’oro a inizio millennio.

Fu il trionfo di una squadra quasi prevalentemente britannica, con un tocco di calcio latino, dato dal funambolo francese di origini sarde e catalane. Fu il trionfo in un calcio inglese totalmente diverso da quello attuale, decisamente meno tecnico e organizzato, fuori o dentro dal campo, ma più “autentico”. Le partite non erano belle e un mix di ritmi forsennati e giocate di alta scuola come adesso, c’erano parecchie imperfezioni, ma proprio il suo essere imperfetto ha lasciato tanti racconti ai posteri di quel calcio inglese.

Continua Hicken: “Non è stato solo il trionfo della squadra di calcio, ma della città intera. Prima dell’arrivo di Wilkinson, i tifosi non avevano assaporato la gloria per oltre due decenni. E in città le cose non erano facili e tra i tifosi del Leeds non mancavano gli hooligan. Quando è arrivato Wilkinson le cose sono state trasformate sia in campo che fuori. Il tecnico ha cambiato la cultura del tifo sugli spalti di Elland Road, la città ha cominciato a riprendersi e a svilupparsi. L’allenatore e i calciatori erano gli eroi della città. Le persone erano un tutt’uno con i calciatori e immaginavano di essere sul campo di calcio assieme ai loro beniamini”.

 

Vincenzo Di Maso