Non si placano le squalifiche comminate dal giudice sportivo a calciatori ed allenatori per bestemmie. Andrea Sottil è stato squalificato dalla FIGC per aver “pronunciato ripetutamente, per circa 12 volte, espressioni blasfeme”. Circa tre anni fa ha fatto scalpore caso di Beppe Iachini. Qualche settimana fa nell’occhio del ciclone è finito il tecnico del Crotone Serse Cosmi.
Già qualche anno fa fu portato avanti un giro di vite del giudice sportivo nei confronti delle bestemmie proferite dagli allenatori. Proprio Beppe Iachini, allora allenatore del Piacenza, nel 2014 si vide comminare due giornate di squalifica per “aver bestemmiato per tutto l’arco della gara, inveito contro i calciatori avversari e rivolto una frase pesantemente ingiuriosa verso il proprio pubblico”.
Lo stesso Iachini considerò la sanzione afflitta troppo severa.
Ma cosa dice il regolamento? La Guida Pratica dell’AIA, relativamente alla Norma 12, specifica al punto 52 che debba essere punita con l’espulsione o l’allontanamento ogni condotta che comporti offesa, denigrazione o insulto per qualsiasi motivo (colore, religione, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica,…) o configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori. L’uso di un linguaggio o di gestualità osceni, volgari irrispettosi, come pure di espressioni blasfeme deve essere considerato rientrare in detta previsione normativa. Al verificarsi di tali infrazioni, constatate direttamente o su segnalazione di un altro ufficiale di gara, l’arbitro deve espellere (se calciatore) o allontanare dal recinto di gioco il responsabile.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione