Tripudio al Monumental. Il River Plate è campione d’Argentina per la 38° volta della sua storia. A sancirlo è la vittoria casalinga contro l’Estudiantes, che corona una campagna trionfale. Le reti di Beltran, De La Cruz e Barco portano il River ad un vantaggio di nove punti sul Talleres in classifica, scatenando la festa dei 86 mila spettatori presenti al Monumental. L’impianto del River ha registrato il suo 41° sold-out consecutivo per i decisivi 90 minuti contro il “Pincha”, stabilendo un record senza precedenti nella storia del calcio argentino.

Martin Demichelis ha ottenuto un trionfo al primo tentativo, dimostrando di essere all’altezza del suo predecessore Marcelo Gallardo, il tecnico più vincente nella storia del club con 14 titoli in nove anni. Terminato l’apprendistato in Baviera, Demichelis ha accettato la sfida partendo dalla squadra in cui è cresciuto e si è affermato come giocatore prima di fare il salto in Europa. Ha dato una sua impronta di gioco e ha conferito una chiara identità a una squadra che, come sempre, si rinnova profondamente ogni stagione. Tuttavia, è in grado di esprimersi sempre ad altissimi livelli grazie a un mix ben equilibrato tra esperienza e qualità, soprattutto quella proveniente dal settore giovanile.

Salutati prima Julian Alvarez e poi Enzo Fernandez, che hanno contribuito a guadagnare circa 75 milioni di euro per il club, la nuova era è iniziata con una squadra composta per metà da giovani cresciuti nelle giovanili, portando il River ad alzare addirittura l’asticella.