Didier Drogba compie oggi 43 anni. L’attaccante della Costa d’Avorio ha vinto tutto quello che c’era da vincere a livello di club e ha avuto anche un’ottima carriera in nazionale.

Dopo i trionfi al Chelsea, Drogba ha giocato fuori Europa, dove non ha certo perso il vizio del gol.

E dire che Drogba aveva annunciato il ritiro varie volte, per poi fare marcia indietro: troppo forte la tentazione di continuare a calpestare il rettangolo di gioco.

La sua carriera è iniziata a fine anni ’90 con il Guingamp, poi le sue squadre sono state Marsiglia, Chelsea, Shanghai Shenhua, Galatasaray, Montreal Impact e Phoenix Rising.

Al Chelsea è arrivato nel 2004, anno in cui si è insediato José Mourinho, che lo ha voluto fortemente ai Blues. E questo ragazzone di un metro e novanta non ha deluso le attese, contribuendo in maniera fondamentale al titolo ottenuto al primo colpo dal portoghese.

«Ho avuto un rapporto speciale con Mourinho, ha davvero aumentato la mia fiducia e autostima, soprattutto quando mi diceva ‘vorrei andare in guerra con te’»​

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Quella stagione fu straordinaria e il Chelsea spezzò il dominio del favoritissimo Arsenal degli Invincibili. Lo stesso Mourinho lo chiamò a raccolta nel 2004, dicendogli: «Tu sei un buon giocatore, ma se vuoi diventare un campione come Henry, Ronaldo, Van Nistelrooy devi giocare in Inghilterra, nella mia squadra».

Magari sarà stato un gradino sotto a questi fuoriclasse, ma Drogba è arrivato ad essere considerato il numero uno al mondo in alcuni periodi. E Mourinho lo volle fortemente al punto tale da dire ad Abramovich di preferirlo a Ronaldinho. E il magnate russo era disposto ad acquistare il brasiliano…

Al Marsiglia veniva da una stagione condita da 30 gol tra tutte le competizioni. È esploso relativamente tardi (al Chelsea è arrivato a 26 anni), ma si è confermato bomber implacabile in tutte le stagioni. Nel 2004-2005 il Chelsea di Mourinho ha vinto la Premier con ben 95 punti e Drogba ha realizzato 16 reti tra tutte le competizioni. In attacco c’era anche l’islandese Gudjohnsen, autore del gol vittoria al primo match casalingo dei Blues, contro il Manchester United, non un avversario qualsiasi.

Nel marzo 2007 ha vinto il premio di miglior calciatore africano dell’anno, arrivando davanti a un certo Samuel Eto’o.

Sotto la guida di Carlo Ancelotti ha messo a segno ben 29 gol in Premier, suo record personale. E nella classifica del pallone d’oro arrivò al nono posto. Meglio gli andò nel 2012: l’allora 34 enne attaccante ivoriano giunse ottavo in classifica. Una posizione troppo al di sotto di quanto fatto nel corso della stagione. Il Chelsea di Di Matteo, subentrato al deludente Villas Boas, riuscì a conquistare in maniera a dir poco rocambolesca e clamorosa la Champions League, eliminando anche il Barcellona di Guardiola in semifinale.

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E la finale contro il Bayern fu epica. I Blues si difesero tutta la partita in quel match giocato tra l’altro in casa dei tedeschi il gol di Muller sembrava aver indirizzato la coppa, ma il prepotente colpo di testa di Drogba allo scadere rimise tutto in discussione. E il rigore decisivo fu segnato proprio da lui, che trafisse Neuer. Dopo aver eliminato il Barcellona Drogba dichiarò: “La maggior parte dei tifosi del Barcellona sono ragazzini che hanno visto il calcio per la prima volta ieri“.

Freddezza, precisione, cattiveria e implacabilità sono state le caratteristiche che hanno contraddistinto questo straordinario attaccante ivoriano. L’unico cruccio è stato il fatto di non essere riuscito a vincere la Coppa d’Africa, trofeo conquistato dagli “Elefanti” solo dopo il suo ritiro.

L’attaccante ivoriano è stato un punto di riferimento nel suo Paese. 14 anni fa, la BBC pubblicò un articolo scrivendo chiaramente che Drogba fu decisivo per fermare lo scoppio di una guerra civile in Costa D’Avorio. Dopo la qualificazione ai Mondiali 2006, il calciatore si inginocchiò davanti alle telecamere, dirigendosi ai due schieramenti in maniera perentoria: «Deponete le armi e indite delle elezioni libere». E andò in questo modo.

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“Amici Ivoriani, del nord e del sud, dell’est e dell’ovest, oggi vi abbiamo dimostrato che la Costa d’Avorio può convivere e giocare insieme per lo stesso obiettivo: la Coppa del Mondo. Vi avevamo promesso che avremmo unito la popolazione. Vi chiediamo ora in ginocchio: un paese africano che ha tutte le nostre ricchezze, non può sprofondare in guerra in questo modo. Per favore: deponete le armi, organizzate le elezioni e tutto andrà per il meglio”.

Nel 2010 la guerra civile scoppiò, ma i calciatori degli Elefanti, capeggiati dall’allora fuoriclasse del Chelsea, realizzarono un’opera di intercessione. Anche in quel caso ebbe successo. La portata mediatica della nazionale è notevolissima in Costa d’Avorio. La nazionale è composta da elementi di varie etnie, tutti uniti a difendere la stabilità del Paese. Si può dire che la loro influenza può essere paragonabile a quella di un capo di stato.

Eric Cantona lo ha definito Uno che ha combattuto per la pace del suo popolo”. I successi della Costa d’Avorio e il Carisma di Drogba hanno placato gli animi, ma purtroppo questa ondata di violenza non è mai stata arrestata. Vista la situazione di estrema instabilità politica, i conflitti nel Paese africano stanno avanzando senza soluzione di continuità.

Oltre al suo carisma e all’influenza per le sorti del suo Paese, Drogba è stato un personaggio che si è fatto notare per i suoi modi guasconi fuori dal campo.

L’ivoriano ha espresso il suo amore per il Chelsea in modo “colorito”: “Guardo ancora tutte le partite del Chelsea. Sono un tifoso come tutti. Quando sto vedendo i Blues e mia moglie mi chiede di fare sesso, io le rispondo che sta giocando il Chelsea“.

Questa la risposta sua, di Essien e Kalou alla domanda: “Ma Lassana Diarra sa parlare inglese?”.

Qui alcuni dei gol più belli in Premier League con la maglia del Chelsea:

Vincenzo Di Maso