Le pagelle del giorno dopo di Marco Edoardo Sanfelici

ZCZESNY 5,5 Un paio di uscite di pugno nel 1° tempo ed una grande parata su Schiattarella. Allora perché l’insufficienza? Perchè becca una rete da “oggi le comiche”. Sul tiro di Letizia il pallone rimbalza 6 o 7 volte sul terreno, prima di infrangersi sul palo ed entrare in rete, col portiere che guarda inginocchiato a terra quasi come in estasi. Era un tiro angolato, Wojciech, non la Madonna! Quel passo in avanti che manca sempre, qui come su Caicedo a Roma, questione di coraggio, per ovviare al senso della posizione che non è quella di Zoff.

CUADRADO 5 Era lui il giocatore da far riposare, Pirlo! Il Cuadrado visto a Benevento è talmente brutto da pensare che sia un ragazzo dell’under 23 travestito. Non ne azzecca una e spesso e volentieri serve perfettamente un avversario per beccarsi sul muso un contropiede (ripartenza è un termine che fa ribrezzo!). E’ lucido come un vetro satinato. Naufraga in mezzo al “casino” degli ultimi 15 minuti.

De LIGT 6,5 Si immola sul tiro di Sau salvando il risultato striminzito verso la fine della partita. Fino ad allora svetta con facilità “in mezzo ad una compagnia di addormentati” (I promessi sposi, capitolo VIII). Se solo una metà dei compagno giocasse, non dico con la grinta, ma solo con la volontà sua, certi campi di provincia la Juve li mangerebbe in insalata.

DANILO 6 Non gli si chiede di caricarsi la squadra sulle spalle, ma ci prova di suo, venendo avanti più volte nella ripresa e sbattendo contro l’immobilità dei compagni, refrattari a smarcarsi e ad attaccare gli spazi, più che contro la difesa giallorossa. Ingaggia duelli a colpi di testa in anticipo e tutto sommato il suo lo fa. L’espressione di attonita delusione allo scadere esprime tutto il disappunto di chi si è battuto senza raccogliere soddisfazioni.

CHIESA 6 Gioca alla grande fino ad un pestone tremendo che lo costringe a pensare alla sostituzione. In progressione lascia sul posto i difensori avversari ed inventa una sciabolata di 40 metri per servire Morata per il goal della Signora. Dopo l’infortunio, resta in campo ma a fatica. Pirlo lo sposta di fascia, ma a sinistra non rende più come prima e saluta tutti al 70°, in ritardo rispetto al momento giusto (BERNARDESCHI 5,5 Trascorre la mezzora di partita a lui riservata cercando di essere incisivo a fondo campo, cercando di mettere in mezzo palloni invitanti. La voglia non manca, quello che manca è la determinazione. I suoi tentativi appaiono spesso con l’etichetta di cose che “se riescono, bene e se no, pazienza)

ARTHUR 6 Mette ordine e spinta in mezzo nel tempo iniziale e la sua prestazione non sfigura rispetto alle ultime uscite. Poi, mentre nella ripresa continua a dare ordine e pulizia alla manovra, inspiegabilmente viene sostituito con ancora 30 e più minuti di partita da giocare e la squadra entra in confusione. (BENTANCUR 4 Non pervenuto. O se preferite, che cosa lo faccio entrare a fare se la squadra è equilibrata? Don Rodrigo nella versione Lazzaretto. Per non essere “tranchant”, voglio ricordarmi di un paio di appoggi. Ci vuol altro)

RABIOT 6 Non ha certo disputato una gara che passerà agli annali, ma almeno entra nel gioco con la foga del volenteroso. A sprazzi e senza quella continuità che gli è richiesta. E’ l’unico centrocampista che non viene richiamato in panchina, segno che la condizione c’è. Ma con i compagni così statici, anche per lui gli spazi sono chimere.

FRABOTTA 5 Incidenza sul match, equivalente a zero. Dovrebbe alimentare la spinta sulla sinistra, ma le uniche spinte che colleziona sono quelle ricevute in contrasto. Fragile in interdizione, sovente ha bisogno del raddoppio di de Ligt. Regolarmente saltato dai vari beneventani all’arrembaggio. Un consiglio: si alleni pure con la prima squadra, ma si accomodi in panca al fischio d’inizio. Forse il consiglio dovrebbe arrivare a chi lo fa scendere in campo, o no?

RAMSEY 5,5 E’ inglese e come tale mi fa venire alla mente lord Carnavon al ritorno dall’Egitto, mentre in pantofole e pipa d’ordinanza si accomoda in poltrona a leggere il Times. Ecco, Ramsey è identico. Peccato che la gran parte delle azioni passino dai suoi piedi. Una volta il passaggio è corto, l’altra è irraggiungibile, la terza è talmente sofisticato da perdersi nella terra di nessuno. Tatticamente dovrebbe essere il trequartista che suggerisce alle punte, ma finisce per assomigliare ad un lupo che ulula ai sicomori. E’ più consistente la panna montata di lui e non è un bel complimento (KULUSEVSKI 5 I casi sono due: o non ha ancora capito cosa significhi giocare nella Juventus o il mister non sa come schierarlo. Una forza della natura tenuta in cantina, di fianco alle cianfrusaglie dismesse)

DYBALA 4,5 E’ tempo di smobilitazione. E, causa rosso a Morata, ci tocca averlo di nuovo in campo nel derby. Ha 2 palloni per timbrare la gara. Nell’unica azione degna di una squadra dal nome Juventus, spedisce il pallone a lato. Roba che il vero Dybala non mancherebbe nemmeno bendato. Seconda occasione su una punizione sulla sua mattonella, con palla mandata in curva, alta e sbilenca. Stendo un velo pietoso sul pietoso secondo tempo, nel quale fa di tutto per tenersi alla larga dall’area di rigore. E pensare che la cosa veniva attribuita ad Allegri, soprattutto dai tifosi della “mutua” che tifano per non sentirsi tagliati fuori dalla socialità. Oggi come oggi Dybala si marca da sé e le difese che ripartono lo sanno.

MORATA 6,5 Mezzo voto in meno per la folle protesta inscenata alla fine per un presunto rigore che non è sembrato tale e che priverà i bianconeri del suo apporto prezioso nel derby. Sempre ammesso che prenda una sola giornata. Peccato, perché se c’è uno che entra in campo “sveglio”, quello è Alvaro. Piazza un diagonale velenoso per il vantaggio juventino e tiene in apprensione la difesa degli Inzaghi-boys per tutta la partita. Manca per troppa precipitazione un colpo di testa da un cross di Berna e reclama un rigore che un arbitro di Nocera Inferiore non concederà mai a Benevento. Sabato prossimo, ci toccherà affrontare i “mulitta” con CR7, unica punta e Dybala a spasso per il campo.

PIRLO 5 Frabotta è un tributo alla gioventù, ma si paga in esperienza. Se Chiesa non è al 100% va sostituito subito con Kulusevski. In una squadra occorre chi dà ordine, perché allora privarsi di Arthur, per un Bentancur in versione “torero Camomillo”? Non sarebbe il caso di scegliere finalmente un 11 preferito e su questo costruire una tattica? Se resta a casa CR7, e ci può stare, si dovrebbe responsabilizzare il gruppo a non evidenziarne l’assenza, sarebbe una bella motivazione per affrontare la trasferta con una voglia tripla. E, santo cielo, se la squadra si addormenta minuto dopo minuto, gradirei anche vedere un allenatore che si agita in panchina. Non serve molto, ma almeno si noterebbe un po’ di movimento a bordo campo. Alla squadra mancano due “carogne” brutte e cattive, un Montero, un Vidal della prima ora, un Marione, che diano l’esempio su come si azzanna l’avversario. Pare una Juve di bravi figlioli, dove il bell’argentino sculettante è il simbolo dell’inerme all’assalto. E’ chiaro che in siffatto assetto, si pareggi spesso e sono già 5 su 8 partite (al netto del…tavolino). Ora inizia il tempo del Pirlo sul banco degli imputati, mio malgrado e della società. Il tempo è poco ed i punti di distacco dalla vetta iniziano ad essere troppi. Sveglia!