Ci siamo, caro Napoli, ormai il punto di rottura è stato raggiunto.

Il fattaccio, l’episodio, è avvenuto alla fine della gara di Frosinone. Come al solito, quando non lo fanno poi vengono criticati, alcuni giocatori del Napoli vanno a salutare il settore ospiti. Callejon, fresco delle 300 presenze in maglia azzurra, decide di regalare ai propri tifosi la sua maglia (proprio quella delle 300 col Napoli) ma i tifosi inviperiti per l’annata giudicata fallimentare, gliela restituiscono in segno di protesta contro l’Universo.

L’incoerenza!

I gruppi Ultras quando arrivano all’attenzione dell’opinione pubblica parlano sempre di “Coerenza e Mentalità”. Non vogliamo entrare nel merito della “mentalità ultras” non ci interessa nemmeno, ma riguardo la coerenza, qualche appunto andrebbe fatto. E’ coerente fare cori ed esporre striscioni con scritte “Solo la maglia” e poi rifiutare proprio la stessa?

Protestare per cosa?

Ovviamente, in città c’è dibattito su questo episodio. Come ovviamente accada in queste cose c’è chi si schiera contro il gesto: “Non si rifiuta la maglia che si ama” e c’è chi invece dice: “E’ giusto manifestare il proprio disappunto”. Appunto, disappunto di cosa?

Signori, qualcuno probabilmente ha perso la trebisonda. Il Napoli, da ieri sera, è matematicamente qualificato alla prossima Champions League. Il Napoli, a quattro giornate dalla fine del campionato è secondo in classifica con otto lunghezze di vantaggio sull’Inter.

Avete capito bene, il Napoli è secondo e la tifoseria contesta.

Non è uno scherzo, al secondo posto non c’è il Barcellona o il Real, non c’è il Milan o la Juve oppure l’Inter, non c’è il Bayern di Monaco, non c’è lo United o il City ma c’è il Napoli. Molto probabilmente, gran parte della tifoseria ha scambiato questi anni nei quali il Napoli è sempre nei primi posti come se fosse la normalità delle cose.

Gli stessi tifosi che oggi manifestano dissenso, sono quelli che in estate decantavano campagne di rafforzamento dell’Inter, oggi distante otto punti, del Milan, distante quattordici e della Roma distante quindici. Il Napoli, il piccolo Napoli va in Champions ed i tifosi cantano “meritiamo di più”. La stranezza è vedere i tifosi del Milan sperare ardentemente in un quarto posto, signori, quarto posto, e parliamo di un club che ha vinto sette Champions League e diciotto scudetti, senza contare altri trofei. Ma noi siamo “IL NAPOLI” ed abbiamo il dovere di vincere sempre e comunque, noi siamo la squadra più forte dell’UNIVERSO!

Svegliatevi ragazzi delle curve, noi non siamo praticamente nessuno. Abbiamo meno titoli di Bologna, Torino e Genoa. C’è poco da contestare quando sei secondo per la settima volta nella tua storia. Questi anni che vedono il Napoli costantemente avanti ad Inter e Milan, 36 scudetti e dieci Champions in due, non rappresentano la normalità, ma sono un obbrobrio storico. Forse molti si sono convinti che il Napoli debba vincere tutto perché è il Napoli.

Tanti anni fa, il San Paolo era il dodicesimo uomo in campo di una squadra che viveva stagioni intere con la speranza di battere una grande (Juve, Milan ed inter), era il dodicesimo uomo nelle stagioni che vedevano il Napoli annaspare nelle ultime posizioni della classifica. Oggi, invece, quel pubblico si è imborghesito, si è juventinizzato (nonostante ci siano oltre 30 scudetti di differenza).

Il motto del tifoso partenopeo è passato da “Al di là del risultato” a “Vincere è l’unica cosa che conta”… Più che il San Paolo, sembra l’Allianz Stadium di Torino.

 

Walter Vitale