Esattamente 10 anni fa, il 26 maggio 2013, ha avuto luogo il famoso Derby della finale di Coppa Italia tra Lazio e Roma. Ad aggiudicarsi la sfida è stata la Lazio per effetto di un gol di Senad Lulic al minuto 71.

Era un’annata buia per le due compagini romane, due squadre lontane dai fasti del passato. A cavallo del nuovo millennio entrambe hanno conquistato scudetti e accedevano spessissimo alla Champions League. Quelle annate erano invece buie, ragion per cui una vittoria in quel derby assumeva particolare importanza. La stagione fu uno psicodramma romano e lo fu per entrambe, almeno fino a quella finale giocata all’Olimpico, casa di entrambe le compagini.

La Roma poteva contare su Totti (oramai 37enne) e De Rossi, ma la squadra era relativamente modesta. Alcuni calciatori che tanto bene avevano fatto nei precedenti campionati erano oramai sul viale del tramonto. La proprietà americana aveva dato fiducia a Zeman, ma i risultati furono disastrosi. Aurelio Andreazzoli era riuscito a rimettere in sesto la squadra, ma non bastò per andare in Europa.

La Lazio, dal canto suo, era una squadra operaia, con qualche calciatore di spicco. Miroslav Klose era la stella, nonostante i 35 anni, mentre Senad Lulic stava diventando un punto sempre più fermo dello scacchiere di Petkovic. Grosso modo, come anche testimoniato dalla classifica, c’era grosso equilibrio. In campionato le due squadre tennero un andamento simile. Quella finale di Coppa Italia non prevedeva favoriti, tra l’altro come ogni derby che si rispetti.

La partita fu estremamente brutta. Nonostante la posta in palio per quel derby, Lazio e Roma palesarono i propri limiti evidenti. Eppure dalla mediocrità doveva emergere una squadra. Fermo restando gli episodi, la Lazio mostrò maggiore cattiveria, arrivando a segnare e difendendo poi l’unico gol realizzato. Francesco Totti, che quel 26 maggio visse una delle pagine più nere della sua carriera, ricorda quel derby come il peggiore di sempre: “Il derby più brutto è stato quello del 26 maggio, è scontato. Non perché hai perso la finale, ma proprio per la partita. C’era la paura di giocare, la tensione. Si pensava non tanto alla gara quanto a quello che sarebbe potuto accadere dopo”.

La tensione che si respirava in casa Roma era palpabile. I tifosi avevano messo una pressione spasmodica sui calciatori, esponendo striscioni con toni minacciosi. La Lazio, seppur reduce da un campionato non all’altezza, era comunque più tranquilla. Quella Lazio non solo salvò la stagione, ma alzò un trofeo ed emerse dalla mediocrità, gettandovi invece i cugini. Proprio la Roma non vince un trofeo esattamente da 12 anni (domenica scorsa la ricorrenza).

Il calcio a Roma è vissuto in maniera viscerale. Il tifo cittadino si attacca alle piccole cose, è provinciale, mediocre. Eppure vincere un derby in una finale di una competizione non può essere certo classificato come un trofeo minore. Il derby della “Coppa in faccia” ha ancora un sapore dolcissimo per chi lo ha vinto, mentre chi lo ha perso ne continua a soffrire. La Roma potrà cancellare quell’onta solo vincendo un trofeo più importante, chiaramente uno scudetto o una coppa internazionale.