Blackout DAZN, che disastro! Proteste e sarcasmo da parte di politici e tifosi

Al popolo italiano si può togliere tutto tranne il calcio e (probabilmente) un buon caffè la mattina. Il clamoroso disservizio che ha investito DAZN a ridosso dei due posticipi serali della domenica, Salernitana-Roma e Spezia-Empoli, ha fatto insorgere l’Italia pallonara. Può essere che una piattaforma che ha l’esclusiva sulla Serie A non si prepari in maniera adeguata all’orda di tifosi affamati che alla vigilia di ferragosto sono pronti, con pizza e birra, a godersi il campionato? Se ti chiami DAZN evidentemente può essere.

Ore 19,30: DAZN sbatte tutti fuori dalla piattaforma

Verso le 19.30, per motivi sconosciuti ai più, la piattaforma streaming è crollata, sbattendo fuori chi si stava vedendo la Lazio e emettendo codici indecifrabili a giustificazione dei tentativi di effettuare il log-in. Inutile dire che l’hashtag #DAZN su Twitter è volato in tendenze in un amen con richieste di spiegazioni (i più civili) e insulti di ogni genere e tipo (il resto della popolazione). Il fatto che poi giocasse la Roma, capace da sola di portare dentro almeno mezzo milione di utenti, ha ingigantito il problema fino a costringere la stessa piattaforma a scusarsi pubblicamente e assicurando che l’ordine sarebbe presto tornato.

I due link d’emergenza messi a disposizione hanno risolto parzialmente il problema e “sedato” la fame di calcio ma è ovvio che ci sia qualcosa che non va alla base. Il servizio che dovrebbe promuovere il nostro movimento calcistico fa acqua da tutte le parti e, mentre SKY gongola per un possibile ritorno al satellitare, è probabile che il PD porti il problema addirittura in parlamento, data la richiesta di chiarimenti ad Agcom e alla Lega Serie A.

Il blackout di DAZN e le reazioni furiose sui social

Politici, vip, ex calciatori: nessuno è immune alla “Dea Eupalla” che in Italia può far scatenare rivoluzioni. Gli interventi sono stati innumerevoli, a partire da Salvini con un democratico “DAZN fa schifo” a un sarcastico De Rossi “Nel 2022 dovevano volare le macchine… e invece non riusciamo a vedere una partita di calcio”. In mezzo una marea di commenti a sbeffeggiare la campagna contro la pirateria promossa proprio dalla società che ha sede a Londra, con un mantra sposato da buona parte degli utenti: “DAZN uccide il calcio, la pirateria lo salva”.

Non è la prima volta, da quando ha i diritti esclusivi, che DAZN tradisce i suoi abbonati con problemi tecnici. Partite che si bloccano, l’ormai famosa “rotellina” del caricamento, la difficoltà di gestire un pubblico così vasto nonostante il campionato sia stato appositamente “spezzettato” per aiutare i server a non subire rallentamenti, il numero di dispositivi da associare che cambia una volta al mese come cambiano le tariffe d’abbonamento, molto meno abbordabili rispetto al passato.

Ieri si è probabilmente toccato il fondo, e mentre SKY si sfrega le mani e sancisce accordi per far rientrare la Serie A nella sua scuderia, DAZN non può più permettersi passi falsi. Del resto si sa, in Italia si può scherzare con tutto e su tutto, a parte che con il calcio.

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