Un grande uomo di politica ahinoi molto “chiacchierato”, Giulio Andreotti diceva: “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Ebbene tale affermazione è quanto mai vicina all’accordo improvviso e inaspettato per la sua forma tra Cairo ed il fondo americano Blackstone.

Ma com’è entrata in Italia Blackstone? Secondo l’autorevole sito Dagospia correva l’anno 2013 quando un fondo americano di nome Blackstone appunto sbarcava in Italia per fare shopping tra Outlet Village, Immobili di pregio e aziende nel settore della moda (Versace). Chi fu il misterioso consulente italiano che li fece entrare? Giuseppe Recchi che al 95% di tutti noi non dice proprio nulla.

Il manager italiano era il Presidente del gruppo Eni e deteneva un ruolo molto importante nel CDA del gruppo Exor della famiglia Agnelli. Il Dott. Recchi inoltre siede anche nel European Advisory board proprio di Blackstone ed è considerato da tutti come uomo vicinissimo alla famiglia Agnelli ed al suo collaboratore Gianluigi Gabetti.

Ma chi è che segue le operazioni di Blackstone in Italia? Paolo Bottelli, ex manager del gruppo Pirelli Real Estate e che troveremo proprio tra i protagonisti dell’accordo tra Cairo e Blackstone. Per molti analisti dietro il fondo Blackstone in Italia si vedeva la mano della famiglia torinese che erano all’epoca azionisti di maggioranza proprio di RCS, insomma una bella coincidenza!

Agnelli e Cairo (foto FanPage)

Paolo Bottelli, l’uomo Blackstone in Italia

Chi è che segue tutte le operazioni di Blackstone in Italia? Paolo Bottelli ex manager di Prelios (la ex Pirelli Real Estate) e anche lui uomo molto ben inserito con la Famiglia Agnelli. Ma com’è stato possibile l’accordo e grazie a chi? Il 12 luglio l’azionista di maggioranza di RCS dichiarava sulle pagine di Milano Finanza che: “Non abbiamo comunicato nulla e quindi se non abbiamo comunicato nulla vuol dire che non c’è nulla”.

Solamente tre giorni dopo magicamente fioriva un accordo con il fondo Blackstone che rinuncia di fatto a 600 milioni di dollari potenziali (il Tribunale di Milano aveva già dato torto a Cairo) ma molto probabili visto che la palla passava a New York per “accontentarsi” di 60 milioni con il riacquisto di una parte dell’immobile di Piazza Solferino compreso delle spese legali pari a 10 milioni.

Insomma pare un affarone per Cairo visto in prospettiva! Tra i protagonisti dell’accordo compare un altro manager italiano di vecchia data: Claudio Calabi nome sconosciuto ai più ma al centro di alcune vicissitudini con il gruppo Sole 24 ore Confindustria.

Calabi, tra Intesa San Paolo e famiglia Agnelli…

Ma chi è Claudio Calabi? Claudio Calabi è un manager di lungo corso che è stato tra l’altro proprio nel CDA di RCS e fu coinvolto insieme a Montezemolo (vicino a quale famiglia?) nello scandalo Confindustria/Il sole 24 ore con la pesantissima accusa di Insider trading nell’affaire della casa editrice francese Flammarion. Calabi è anch’esso uomo vicinissimo alla famiglia Agnelli e amico di Montezemolo.

Ma Claudio Calabi tra i tanti incarichi era dentro ad Intesa Sanpaolo tramite la Società Risanamento Spa di cui la Banca deteneva il 48,9% di quote (fonte Italian Real Estate news e da documento di Intesa Sanpaolo che potete leggere integralmente in allegato all’articolo). Casualità vuole che sia stata proprio Intesa Sanpaolo a finanziare l’Opa di Cairo con un finanziamento revolving di 140 milioni di Euro.

Insomma ogni coincidenza è ovviamente puramente casuale ma come dicevamo ad inizio inchiesta “a pensar male spesso ci si azzecca”. Esattamente le stesse coincidenze per cui il Torino ha vinto un derby solo in 17 anni. Questi malpensanti!

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