“Le donne non dovrebbero far parte del mondo del calcio”, “Gli sport dovrebbero essere distinti tra uomini e donne”. Sembrano delle frasi che vengono dal passato, antiche, conservative e maschiliste, eppure risalgono ai giorni nostri.
Il signor Sergio Vessicchio è intervenuto a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, dichiarando:
La designazione di una donna per la gara di Coppa Italia tra Cagliari e Cittadella? Penso di interpretare il pensiero del 90% degli italiani quando affermo che le donne non dovrebbero far parte del mondo del calcio. Non metto in dubbio il valore dell’arbitro Caputi, ma ritengo che il gioco del calcio stia avendo delle innovazioni sbagliate e questa è una di quelle. Io misogino? È una fake news, non ho niente contro il genere femminile. Il calcio femminile sta avendo un’ottima ascesa negli ultimi tempi, trovo sbagliato che le partite del campionato femminile vengano dirette da arbitri uomini. Gli sport dovrebbero essere distinti tra uomini e donne, senza mescolare i due generi. Il calcio maschile dovrebbe restare maschilista.
Maria Sole Ferrieri Caputi, infatti, sarà la prima donna ad arbitrare una gara di una squadra di serie A maschile, durante la partita di Coppa Italia tra Cagliari e Cittadella. Questo evento, molto importante per il movimento femminile, ha scatenato molte polemiche, tra cui quelle del giornalista sopracitato.
“Una donna non può fare parte del mondo del calcio”, ma questo chi l’ha deciso? Cosa impedisce ad una donna di fare ciò che ama, calcio compreso? Risulta difficile capire il motivo di tali polemiche, scatenate da un ondata di maschilismo ingiustificato. “Il calcio è maschio” dicono, ma sbagliano, il calcio è calcio, non ha sesso e pregiudizi, chiunque ne può far parte.
Pensiamo ad una collega di Maria Sole Ferrieri Caputi, Stéphanie Frappart, arbitro illustre che ha saputo farsi strada e raggiungere dei traguardi importantissimi. Nel 2019 colleziona ben quattro partite arbitrate nel mondiale femminile, tra cui la finale. Il 14 agosto 2019 è stata la prima arbitro a dirigere una finale di Supercoppa UEFA di calcio maschile, arbitrando il derby inglese tra Liverpool e Chelsea. L’anno successivo esordisce nei gironi di Europa League. Nell’occasione, viene designata per una gara della prima giornata tra gli inglesi del Leicester City e gli ucraini dello Zorja il 22 ottobre 2020.Qualche settimana dopo è diventata la prima donna ad arbitrare una partita di Champions League, venendo scelta per dirigere la sfida tra Juventus e Dinamo Kiev.
Nel 2021 viene assegnata per dirigere l’incontro di Europa League tra il club norvegese del Molde e i tedeschi dell’Hoffenheim, nell’andata dei sedicesimi di finale.
Un palmares importante che ha permesso di abbattere qualche muro e qualche pregiudizio, ma evidentemente non è abbastanza, soprattutto qui in Italia.
In Italia, infatti, le donne arbitro sono 1.700, ma prima di Maria Sole, nessuna aveva mai arbitrato una squadra di Serie A maschile. Maria Marotta, invece, nel marzo del 2021 è stata la prima donna a dirigere una partita di Serie B maschile. Mettendo questi dati a confronto con quelli della Germania, che contano 2.253 associate e diverse presenze nella massima serie, fa capire che la strada da percorrere è ancora lunga.
Tornando alla dichiarazione di Vessicchio, ricordiamo che non è stata prima critica contro l’arbitraggio al femminile, infatti due anni fa disse:
“È uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove le società spendono centinaia di migliaia di euro, è una barzelletta della Federazione una cosa del genere”, “È una cosa impresentabile per un campo di calcio” riguardo ad una guardalinee donna (prima ancora che iniziasse la partita) designata per una partita di Eccellenza campana.
Insomma un comportamento recidivo dell’ex giornalista, radiato dall’albo in seguito a queste dichiarazioni, che pare non accenni a cambiare idea. Ma il problema nasce proprio da qui, da affermazioni di questo tipo che tentano di fermare un movimento che negli ultimi anni sta avendo una crescita esponenziale.
Donne che invece di essere lodate, per aver cambiato la visione del calcio, vengono screditate, per il semplice gusto di farlo. Il mondo sta cambiando e il calcio sta facendo allo stesso modo, inutile polemizzare e trovare problemi inesistenti. Bisogna solo imparare a vedere questo sviluppo con occhi diversi e puntare al futuro e all’innovazione.
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Direttrice di Calcio Femminile Italia