Le parole proferite oggi da Kalidou Koulibaly, centrale senegalese del Napoli, sono di grande lucidità, serietà, amore e profondità. Mai una parola fuori posto, elogi sinceri e signorilità che ne contraddistingue le azioni.

Dopo aver affrontato il tema razzismo e aver elogiato i tecnici Gattuso e Spalletti, Koulibaly ha anche speso parole al miele nei confronti di Giorgio Chiellini: “Gli voglio molto bene, sono suo amico fuori campo, è una persona straordinaria, mi ha sempre difeso su tutti i fronti. Mi ha dato dei consigli importanti da calciatore e da uomo. Si è scusato a nome degli italiani per il razzismo, ma questa lotta dobbiamo farla tutti insieme e questo mi ha aiutato ad andare avanti ed è un buon segno per il futuro“.

Entrambi sono tra i migliori difensori in circolazione. Al di là dell’aspetto meramente tecnico, i due sono persone non banali ma in grado di compiere ragionamenti profondi e di grande maturità. Il razzismo è una piaga terribile che attanaglia non solo il calcio, ma l’intero tessuto sociale italiano e non. Troppo spesso le istituzioni, i giornalisti e, talvolta, anche i calciatori fanno orecchie da mercante.

In questi anni troppi calciatori di origini africane sono stati vittime di vomitevoli episodi di razzismo. Basti pensare tante volte allo stesso Koulibaly, a Lukaku, a Matuidi, a Kean e chi più ne ha più ne metta. La presa di coscienza è fondamentale. Grazie al fatto che i calciatori, con il centrale senegalese in prima linea, hanno alzato la voce, sta avanzando una discreta presa di coscienza. C’è tantissimo lavoro da fare in tal senso. La strada verso l’azzeramento di questa orrenda piaga è ancora irta di ostacoli, ma sono stati compiuti dei primi passi.

Le istituzioni stanno iniziando a punire. La vittima non è più impotente ostaggio del vigliacco carnefice, ma sa di non essere più sola. Si parla sempre meno di “goliardia” quando si assiste a scene vomitevoli in tanti stadi italiani. Naturalmente l’artefice di questo percorso verso il cambiamento non è solo Koulibaly. Tuttavia il suo contributo è tangibile e siamo consapevoli di stare percorrendo la strada giusta grazie anche alla solidarietà, attiva e fattiva, da parte dei suoi colleghi.

Dulcis in fundo, la serietà del difensore ex Metz è esemplificata dal modo di porsi per quanto riguarda le questioni contrattuali. Ha sempre dato il 101%, non ha chiesto cifre folli e, una volta ottenuto un ingaggio proporzionato al livello raggiunto, ha dimostrato di meritarselo. E nelle dichiarazioni mai una parola fuori posto nei confronti di nessuno, compagni, allenatori o avversari che siano. D’altronde ha anche elogiato l’arbitro irrati, che ha sospeso una gara per insulti razzisti nei suoi confronti.