Correva l’anno 2018 quando al posto del tecnico serbo Sinisa Mijahilovic sedeva sulla panchina del Torino quello che il Presidente Cairo chiamava “un maestro di calcio”: Walter Mazzarri.
La squadra si trovava in una posizione di classifica intermedia a pochi passi dall’Europa League ma soprattutto il Toro fin li giocava a calcio con una rosa oggettivamente ben inferiore a quella attuale. Come non ricordarsi la difesa composta da Carlao Rossettini e Castan.
Pochi si ricordano il derby dominato contro la Juve per la quale Mister Sinisa decise di giocare il tutto per tutto inserendo una punta in più per provare a vincere ma fatale fu una prodezza di Higuain che beffò un giovanissimo Barreca ed il portiere Hart.
Con l’arrivo di Mazzarri il Toro cambiò pelle passando da un calcio ultra offensivo ad un calcio difensivo fatto per lo più di barricate nei 30 metri e ripartenze veloci ad innescare Belotti. A proposito di Belotti: il Gallo con Sinisa fu capocannoniere con 26 centri ben assistito da Ljiaic e Jago Falque giocatori epurati dal maestro di San Vincenzo.
La prima stagione “Mazzarriana” si chiuse con un settimo posto conquistato ma quel Toro non fu mai squadra brillante e molti risultati ottenuti più con giusta dose di fortuna o partite fortunose vinte con 1 gol di scarto. Sirigu fu tra i protagonisti fondamentali di quella stagione.
Arrivarono giocatori fortemente voluti dal maestro su tutti Simone Verdi costato 25 milioni di Euro per non parlare di Rincon, Lukic e Baselli mai ceduti nonostante prestazioni sempre ben al di sotto delle sue reali potenzialità. Come non ricordarsi la celebre frase del tecnico serbo: “Baselli è l’unico bergamasco che conosco senza palle”.
Mazzarri fu esonerato l’anno successivo al termine di una travagliata stagione chiusa con una salvezza miracolosa.
Correva l’anno 2020 quando fu annunciato “finalmente” l’arrivo di un altro “maestro di calcio” a lungo inseguito dal Presidentissimo Granata: Giampaolo.
Giampaolo pretese a gran voce una campagna acquisti degna di nome su tutti da Genova sponda Samp Linetty mentre Rincon adattato a regista basso con risultati tragicomici se non fosse una squadra di Serie A e se non si chiamasse Torino.
L’avventura del maestro di Giulianova durò quanto un gatto in tangenziale ma l’eredità lasciata a Davide Nicola disastrosa, una squadra demotivata e tecnicamente scarsa!
Sabato 6 Novembre il Torino scende in campo a La Spezia contro una squadra fin qui in difficoltà e con risultati assai deludenti insomma una partita ben alla portata dei granata ma complice una serie di infortuni ben prevedibili in aggiunta a squalifiche, il tecnico Juric si ritrova in emergenza tanto da dover schierare Praet ancora non al meglio e autore di una prestazione ai limiti dell’imbarazzante. La partita persa dai granata è però figlia delle mancate cessioni dei “vecchi” voluti dai 2 maestri di calcio precedenti e da acquisti fatti all’ultimo secondo.

Rincon nuovamente schierato in mediana ha dimostrato tutti i suoi limiti tecnici e tattici mentre Verdi non è stato nemmeno stato schierato per motivi disciplinari. Per l’esterno ex Bologna doveva essere la partita dove dimostrare il suo valore ma che in realtà ha fatto ben capire del perché le sue prestazioni siano state sempre inadeguate. Per il polacco Linetty discorso analogo nonostante il suo impegno non manchi mai.
Il tecnico Juric è stato categorico: a gennaio servono rinforzi veri e cessioni di giocatori che mai sono stati funzionali alla causa granata. Sfoltire la rosa di alcuni giocatori però non sarà facilissimo soprattutto a causa di ingaggi pesantissimi che partono dagli 1,7 milioni netti a stagione a salire, quindi per il DS Vagnati sarà compito durissimo.