La Conference League ha confermato che in Europa nessuno ti regala nulla. Dopo la Roma è caduto anche il Tottenham. La squadra di Nuno Espirito Santo ha ottenuto 4 punti in 3 gare ed è terzo nel proprio girone. Molto probabilmente gli Spurs ribalteranno la situazione, ma dovranno giocare con maggiore concentrazione. Tra l’altro il Tottenham è uscito lo scorso anno dall’Europa League contro la Dinamo Zagabria. E il tecnico era José Mourinho.

Discorso simile in Europa League. Nelle prime due gare Leicester e Napoli avevano 1 punto, avendo perso clamorosamente, rispettivamente, contro Legia e Spartak. Nel girone della Lazio il Marsiglia, pur avendo una rosa di tutto rispetto, ha appena 2 punti.

Naturalmente, a livello tecnico ed economico, la differenza è netta. Una differenza che, in prima battuta, viene ridotta quando le cosiddette big sono imbottite di seconde linee. Le riserve della Roma avevano un minutaggio ridotto e, pertanto, mancavano amalgama e sincronismi. Poi ci si mette l’annoso problema della mancanza del piglio giusto nell’affrontare certe gare. Questo problema è storicamente comune alle italiane in Europa League. Troppe eliminazioni sciocche, sia al girone che nei turni a eliminazione diretta.

L’Europa League viene vista inspiegabilmente come un’intralcio al campionato. La Conference League come un fastidio ancora maggiore. Eppure non mancheranno squadre di buon livello dai sedicesimi/ottavi in poi. Basti pensare a Tottenham e Slavia Praga (eventualmente), Gent, Feyenoord, Copenhagen, Rennes e Basilea. E poi ci saranno le retrocesse dalla Conference League. Possiamo pensare, eventualmente, a Rangers, Celtic, PSV, Olympique o Dinamo Zagabria.

Al momento del rispettivo sorteggio, il tifoso potrà ridere di molte di queste compagini. Eppure, al momento di affrontarle, resterà sorpreso dalla grinta e dalla determinazione di queste squadre nell’affrontare i turni ad eliminazione diretta. Ci sta uscire con squadre superiori o di pari livello, ma quello che è spesso mancato è stato il giusto approccio nell’affrontare squadre sulla carta inferiori.