Raccontare Claudio Ranieri non è un gioco. Parafrasando Troisi da Minà, è già stato detto “Ranieri è un uomo buono per tutte le stagioni, e poi è un gentleman, sempre più raro nel calcio di oggi”?

Leicester sarebbe dovuto essere un buen retiro. Invece a poco a poco, tutte le grandi si suicidarono e lui, con un manipolo di carneadi, vinse il campionato più ricco e difficile del mondo esattamente cinque anni fa, il 2 maggio 2016. Ci riuscì grazie a un portiere figlio d’arte e figlio di buona donna, Schmeichel, un attaccante estroso come Vardy, un algerino fantasioso Mahrez, un franco-congolese dai 10 polmoni come Kanté, un regista che si chiama Drinkwater ma spesso “Drinkbeer” e tanti onesti operai. E almeno due di questi sono diventati top player di livello planetario

Ranieri vinse il titolo più impensabile dai tempi del Verona. Tutti quella primavera diventammo tifosi del Davide Leicester. Fino al 2016, quando di anni ne aveva quasi 65, Claudio Ranieri era considerato un incompiuto, mai vincente. Uno che è sempre stato inviso al tribunale del giochismo e oggetto di iconoclastia per non aver vinto mai un campionato.

La vittoria della Premier League con il Leicester ha segnato una linea di demarcazione con queste considerazioni passate. Lui che è sempre andato per la sua strada, ricevendo con gli interessi ciò che la sorte gli aveva tolto.

«La vera gloria consiste nel fare ciò che merita di essere scritto, nello scrivere ciò che merita di essere letto; e nel vivere in modo da rendere il mondo più felice per il fatto che ci stiamo vivendo».

Queste parole di Plinio il Vecchio sono rappresentative del Ranieri uomo e allenatore. Nei suoi gloriosi anni in panchina, il tecnico testaccino è riuscito a compiere capolavori che meritano di essere scritti e a scrivere pagine indelebili della storia del calcio, che meritano di essere lette.

Fu un campionato vinto “alla vecchia maniera”. Affermò Kasper Schmeichel, portiere del Leicester legatissimo al tecnico romano: “Perché fare cinque passaggi, quando con uno puoi andare in porta?”.

Ricordiamo che le Foxes erano date 1/5000 nelle quote e che Lineker disse che sarebbe andato in mutande alla trasmissione Match of the Day se la squadra avesse vinto il campionato. Ricordiamo poi l’apoteosi a fine campionato, con Ranieri e Andrea Bocelli sul palco del King Power Stadium.

Foto account Twitter Mark Yesilevskyi

Semplicemente una leggenda nata dal nulla e che non si è confermata l’anno successivo. L’inizio pessimo, con chiaro ammutinamento dei calciatore, si tradusse nell’inevitabile esonero. Esonero che tuttavia fu una piccola goccia dell’oceano che aveva creato Ranieri.

Poco prima della vittoria del titolo, Ranieri ha raccontato alcuni aneddoti: “Mi ricordo il primo incontro con il presidente quando sono arrivato al Leicester questa estate.
‘Claudio, questo è un anno molto importante per il club. Per noi è fondamentale restare in Premier League. Dobbiamo salvarcì. La mia risposta fu: ‘Okay, sicuro. Lavoreremo duramente sul campo per raggiungere questo traguardo’. Quaranta punti. Quello era il nostro obiettivo. Era il totale di cui avevamo bisogno per restare in prima divisione, per regalare ai nostri tifosi un altro anno di Premier League
“.

Non avrei mai sognato di aprire il giornale il 4 aprile e vedere il Leicester in testa alla classifica con 69 punti. L’anno scorso, a questo punto della stagione, la squadra era in coda alla classifica. Incredibile”. Ranieri parla dei suoi giocatori, racconta che Kantè “correva così tanto che pensavo avesse delle pile nascoste nei pantaloncini. Non si fermava mai in allenamento. Dovevo dirgli di rallentare, gli ho detto ‘un giorno farai un cross e andrai tu stesso a colpire di testa in area’. Poi c’è Vardy che non è un calciatore, ma un fantastico cavallo. Ha bisogno di sentirsi libero in campo“.

Il segreto del Leicester nacque in pizzeria. “Abbiamo iniziato bene la stagione. Vincevamo ma subivamo anche troppi gol. Prima di ogni partita chiedevo sempre di non subire gol e non ci riuscivamo mai. Ho provato ogni tipo di motivazione. Così prima della gara contro il Crystal Palace, ho detto: ‘Ragazzi se non subite gol vi offro una pizza’. Vittoria per 1-0…Così li ho portati alla Peter Pizzeria di Leicester City Square. Ma avevo una sorpresa per loro: “Voi dovete sempre lavorare duramente per tutto. E lavorerete anche per la pizza. Ognuno farà la sua”. Così siamo andati in cucina e ci siamo messi a lavorare con formaggio e pomodoro. Abbiamo preparato le nostre pizze. Erano molto buone, ne ho mangiate diverse fette“.