Come riporta la Gazzetta dello Sport, “Juve-Napoli va rigiocata e il club azzurro recupera il punto di penalizzazione deciso dalle sentenze di primo e secondo grado. Il collegio di garanzia presieduto dall’ex ministro degli Esteri Franco Frattini ribalta il verdetto di Tribunale federale e Corte Sportiva d’Appello e riscrive la classifica”.

“A questo punto bisognerà trovare uno “slot” per la sfida e si fa strada l’ipotesi di giocare il 13 gennaio rinviando le partite di coppa Italia che vedono coinvolte le due squadre, a una settimana dal duello di Supercoppa in programma al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Che l’aria fosse quella di un pronunciamento in direzione opposta rispetto a quello di primo e secondo grado, lo si era capito con la decisione della Federcalcio di non costituirsi nel procedimento per difendere le sentenze della sua giustizia sportiva. Restava la procura generale dello Sport”.

“Ma l’avvocato Alessandra Flamminii Minuto, una dei procuratori nazionali dello Sport, ha espresso un eloquente scetticismo quando ha detto che la Corte Sportiva d’Appello aveva fatto “il passo più lungo della gamba”. Parole che inevitabilmente hanno pesato anche nel convincimento del Collegio. “Non era una scelta, ma un obbligo – ha sottolineato nel Salone d’Onore del Coni, dove il dibattimento si è svolto in presenza nel rispetto delle norme sul distanziamento – Il Napoli non aveva una neanche una ragione su un milione per sottrarsi alla sfida”.

Perché ha perso la FIGC

La strategia della FIGC è stata suicida, viste le motivazioni della sentenza di secondo grado da parte del Giudice Sandulli. La Corta Sportiva d’Appello aveva fatto il passo più lungo della gamba, appunto.

Adesso ADL ha riavuto il punto e la partita si giocherà. Se Juve e Napoli dovessero andare avanti in Coppa Italia e nelle rispettive competizioni europee, trovare una data sarebbe proibitivo.

A prescindere dal merito della vicenda, nel quale non entriamo, rimaniamo basiti dalla folle scelta della FIGC di impelagarsi in un ginepraio così tortuoso. Inoltre, adesso, con il CONI che ha dato ragione a De Laurentiis, qualora dovessero sorgere altri casi di COVID e le ASL dovessero intervenire, ci sarebbe una marea di ricorsi.