Maurizio Sarri è l’allenatore che meno incarna il cosiddetto “stile Juve” e fino a poco tempo fa nessuno si sarebbe mai immaginato che Andrea Agnelli potesse puntare su di lui. I discorsi sullo stile lasciano comunque il tempo che trovano e si rischia di scadere nell’ipocrisia.

In panchina adesso non c’è un affabulatore né un tecnico composto e maestro di stile. La Juve ha Maurizio Sarri, persona che ha una cultura superiore al 99% dei suoi colleghi, ma un personaggio rustico, fuori dagli schemi, che va contro un certo finto perbenismo.

Sarri si è presentato in conferenza stampa di certo non vestito elegante e ha regalato emozioni con le parole. Parlando del gol di Dybala ha affermato, “La prima cosa che a un allenatore viene da dire in quella situazione è ‘ma che cazzo tiri da lì?'”. Non è la prima volta che Sarri utilizza la parola “cazzo” in conferenza stampa e lo ha fatto parecchie volte anche con il Napoli.

Non che Allegri fosse una persona totalmente “abbottonata”, ma in passato la Juve ha avuto praticamente sempre tecnici molto seri e misurati con le parole. Controtendenza? Sarà. Inversione di tendenza? Senza dubbio. Si è trattato di una scelta epocale, portata avanti da Andrea Agnelli, che innamorato del gioco di Sarri ha puntato su di lui.

Gli opposti si attraggono? Spesso no, e a inizio stagione in tanti storcevano il naso, non per un discorso tecnico-tattico ma di stile. Tra una battuta e l’altra, Sarri intanto ha vinto 15 partite su 18, non perdendone neanche una, in conferenza stampa non è mai banale e sta facendo innamorare molti tifosi che poco tempo fa lo attaccavano.

Visto anche l’ambiente Juve, seppur non sia represso ed eccessivamente limitato, è un Sarri più controllato rispetto a quello focoso e, ogni tanto, troppo sopra le righe visto al Napoli.

Il connubbio sta funzionando. Ricordiamo queste parole, proferite in tempi non sospetti da Maurizio Sarri: “Il calcio degli anni ‘70 è dell’Olanda, non di chi ha vinto”. Citazione assolutamente giusta, in quanto è l’Olanda di Cruyff ad essere passata alla storia e non quella Germania o quell’Argentina, ma una cosa non esclude l’altra. Più che opposti che si attraggono, possiamo parlare di due opposti che si stanno avvicinando. L’ambiente Juve sta accettando il modo di essere di Sarri, Sarri è diventato un tecnico più utilitarista, fermo restando la sua volontà di proporre gioco. E questa transizione l’ha portata avanti già dall’ultimo anno con il Napoli, badando spesso al sodo più che allo spettacolo.

Adesso la Juve si gode un tecnico che si presenta in conferenza stampa senza giacca e cravatta, mentre Sarri si gode un giocattolo che non esprime un gioco spettacolare ma che, è matematicamente primo nel girone di Champions e ha ottenuto una media di 2,69 punti in campionato (proiezione 102).