Perché il Chelsea ha preferito Maresca

Enzo Maresca, noto in Inghilterra come “Marescalator” si appresta a prendere il comando del Chelsea dopo appena 67 partite da allenatore e una stagione completa nel calcio inglese con il Leicester in Championship

Nonostante abbia diretto meno di 70 partite da allenatore, solo 53 in Inghilterra e nessuna in Premier League, Maresca diventerà il successore di Mauricio Pochettino a Stamford Bridge. Tuttavia, il suo arrivo è caratterizzato da grandi aspettative.

Il 44enne assumerà l’incarico in circostanze simili a quelle in cui arrivò Ranieri nel 2000, con la richiesta di raggiungere la Champions League. Nonostante la sua relativa inesperienza, il Chelsea non vede Maresca solo come un allenatore in grado di fare approdare i Blues in Champions. I dirigenti chiedono un gioco moderno, basato sul possesso e sul dominio.

Il suo legame con Pep Guardiola e l’assimilazione della filosofia del tecnico catalano hanno svolto un ruolo fondamentale. Uno stile di gioco simile a quello del Manchester City è quello che Maresca ha portato al Leicester durante il suo anno al King Power.

Lo stile di gioco, che rifugge i passaggi in avanti e punta invece sul possesso ragionato, è stato assimilato immediatamente dal tecnico campano. In campionato solo il Southampton ha registrato una percentuale inferiore di verticalizzazioni a quella del Leicester nella scorsa stagione.

“Maresca è talmente inserito nello stile di gioco di Guardiola che avrebbe certamente attirato l’interesse di top club qualora fosse riuscito a rendere quello stile vincente, ed è quello che ha fatto al Leicester”, ha dichiarato a Sky Sports Jordan Blackwell, corrispondente dal Leicester al Leicester Mercury.

Le somiglianze tra Guardiola e “Marescalator” sono notevoli. Per esempio, il Leicester ha introdotto un efficace uso di terzini invertiti sotto la guida del tecnico italiano in questa stagione.

Ricardo Pereira, terzino destro portoghese, è stato spesso spostato in mezzo al campo. Maresca, però, ha fatto un passo in più per quanto riguarda i suoi terzini. Non solo Pereira veniva spostato a centrocampo ma l’altro terzino poteva ricoprire il ruolo di ala.

Questa modifica tattica potrebbe essere adatta al Chelsea, che ha schierato Marc Cucurella come terzino sinistro invertito nel corso della stagione. Dal momento in cui la posizione dello spagnolo è stata modificata nell’intervallo della partita del Chelsea con l’Aston Villa ad aprile, i Blues hanno fatto incetta di vittorie.

La costruzione dal basso è un’altra caratteristica che accomuna il gioco Guardiola e quello di Maresca. Uno dei primi acquisti dell’italiano è stato il portiere Mads Hermansen, che non solo è diventato uno degli estremi difensori del campionato, ma è fondamentale nel gioco con i piedi.

Maresca permetteva a Hermansen di avventurarsi fuori dalla porta per avere un giocatore in più in fase di costruzione e di formare una retroguardia a due con Jannik Vestegaard. In più, il giocatore più tecnico, Kiernan Dewsbury-Hall, ha concluso la stagione di campionato con 12 gol e quattro assist.

Tutto lascia presagire che il faro del gioco offensivo del Chelsea sarà Cole Palmer. Maresca conosce benissimo il giovane inglese, visto che lo ha seguito in ogni suo allenamento al City. Nell’ultimo terzo di campo, il tecnico di Pontecagnano – come Guardiola e un altro suo discepolo, Mikel Arteta – utilizza ali abili nell’uno contro uno.

Stephy Mavididi e Abdul Fatawu sono gli esterni hanno vinto il maggior numero di duelli con i difensori avversari. In questa speciale classifica, in Premier spiccano Jeremy Doku, Jack Grealish, Bukayo Saka e Gabriel Martinelli.

Maresca è, come Guardiola, fedele al suo stile. Vive o muore in base alle sue idee. Ciò non gli ha risparmiato critiche da parte di alcuni detrattori. Il Leicester ha vissuto un calo di un paio di mesi. Al tecnico italiano veniva imputato il fatto di non avere un piano B. Piano B che, a detta dei contestatori, non poteva essere il mero cambio di ruolo di Pereira.

Harry Winks, che ha lavorato con Pochettino, Antonio Conte e Jose Mourinho, lo ha definito il miglior allenatore per cui abbia mai giocato. Ci sono voluti diversi mesi prima che i suoi nuovi compagni riuscissero a comprendere appieno le richieste costanti e implacabili del suo stile di gioco. Un abbozzo del calcio del tecnico italiano si è tuttavia già visto nella prima amichevole pre-campionato con il Peterborough, all’inizio di luglio.

La dirigenza del Chelsea è ambiziosa. Quest’ultima ritiene che l’allenatore italiano abbia “capacità di competere con Guardiola e Arteta”. A Stamford Bridge sono passati diversi allenatori dopo il trionfo il Champions. I risultati sono stati pessimi, ragion per cui la società ha operato quest’inversione di tendenza. No a De Zerbi, non a Conte ma sì a un connazionale emergente.