Dopo la trentatreesima giornata di campionato il Venezia ha ripreso la sua corsa all’inseguimento della promozione diretta. Con la vittoria contro il Brescia, infatti, i lagunari si sono messi nella scia del Como, al momento secondo in classifica, distante appena tre lunghezze.

Uno dei segreti della squadra di Paolo Vanoli è la struttura assai fluida. Nel senso che la stagione scorsa aveva optato per il 3-5-2, virando quest’anno sulla difesa a quattro. Prima di tornare nuovamente a un sistema coi tre centrali. In questo scenario tattico è innegabile che negli ultimi sedici metri Joel Pohjanpalo stia facendo la differenza. Un centravanti possente, che ha messo letteralmente ferro e fuoco la cadetteria nelle ultime due stagioni, capace di brillare in attacco usando la sciabola o il fioretto.

Se i Lagunari vantano il miglior attacco del campionato, con 60 reti, e sperano così di evitare la lotteria dei playoff, lo devono soprattutto al finlandese, vero cardine della prima linea. Non a caso, ribattezzato subito “Doge”.  Altissima finora l’influenza nelle fortune della sua squadra: dei 38 gol messi assieme complessivamente in arancioneroverde, solo 1 non è stato segnato durante la gestione dell’allievo di Antonio Conte, allenatore cui ha collaborato ai tempi di Inter e Chelsea.

Doppio centravanti per la A

Pohjanpalo sbarca in Italia nell’agosto del 2022, proveniente dal Çaykur Rizespor. La classica leggenda metropolitana racconta che a favorirne l’arrivo abbia contribuito fattivamente Jesse Joronen, il portiere del Venezia, che gli ha fatto da testimone di nozze. In Süper Lig, la massima divisione turca, si era ricostruito una certa credibilità, raggiungendo la versione ideale di sé stesso. E segnando pure un mucchio di reti. Ma nelle stagioni al Bayer Leverkusen aveva faticato non poco a ritagliarsi uno spazio importante nelle rotazioni. Con la maglia delle “aspirine”, infatti, non è mai riuscito a esprimere compiutamente tutte le sue qualità. Innanzitutto, un efficace gioco spalle alla porta, che associa al proverbiale fiuto sotto porta.   

Pohjanpalo_Venezia

Generalmente Vanoli utilizza la soluzione col doppio centravanti, schierando assieme Pohjanpalo e Gytkjaer. Un altro fisicato, l’ex Monza. In effetti, il Venezia ruota attorno alle loro caratteristiche, con il finlandese in grado di muoversi indifferentemente un po’ più arretrato. Quando fa da spalla al compagno di reparto, Pohjanpalo accorcia verso i centrocampisti con la chiara intenzione di cucire la manovra. Si fa scaricare la palla dal possessore, la copre egregiamente. Ergo, ne favorisce lo scorrimento fluido, smistandola ai compagni larghi sulle fasce. Quindi, aggredisce con feroce cattiveria agonistica lo spazio. Altrimenti si piazza nel cono di luce compreso tra i centrali avversari, obbligandoli a sbattergli contro, manco picchiassero su un muro di gomma.

L’equilibrio raggiunto tra l’organizzazione collettiva, veicolata in maniera quasi maniacale da Vanoli ai suoi uomini, e la libertà d’espressione nella zona di finalizzazione, è ciò che rende attualmente il Venezia una tra le candidate principali alla promozione in Serie A.

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