Daniel Osvaldo, uomo “fragile”

È un tempo profondamente labile. Il confine tra successo e caduta dalle stelle fin giù alle luride stalle è infinitamente border line. È più sottile di quanto si possa credere il ciglio del burrone.
Un uomo ineducato alla gestione della velocità, rischia una caduta rovinosa e senza protezioni.
Le daremo un nome lontano dalla patologia. La chiameremo Fragilità.
Dell’anima. Della sezione più intima, profonda e nascosta della Persona.
“Ci sarò sempre per Lui. Ci sarò quando e se avrà bisogno di me. Mi è stato vicino in Argentina”. Occorre attendere in queste occasioni. Ci si propone con garbo. Disponibile, non a disposizione. La condizione è oltremodo delicata. Daniele De Rossi, attuale allenatore della Roma, in conferenza, ha stretto a sé l’ex compagno di squadra e nazionale Daniel Osvaldo.


In uno sfogo confidenziale social, lo stesso ex calciatore e performer, ha confessato di esser preda di una condizione depressiva e di una incomoda dipendenza da alcol e droga.
Ex calciatore, ex cantante, Osvaldo ha visto spegnere i suoi riflettori. Spenti i riflettori si è spenta la voglia di vivere. Da tempo, Osvaldo, l’ Argentino anticonformista, si lascia vivere nel chiuso di casa. Solo in questi giorni, ha trovato la forza di chiedere aiuto.
Autocondannatosi per il male fatto, ha gettato la maschera dell’uomo di successo.
Fragilità, condizione umana.
Da accettare e tenere a mente.
È un tempo rischioso, oltremodo. Occorre educare per far prevenzione. Occorre educare per avere adulti che sappiano comprendere.
Prevenire è assai meglio che curare.