È stato ufficializzato ieri l’approdo di Juan Cuadrado all’Inter. Il colombiano ha concluso il contratto con la Juve ed era libero quindi di accordarsi con altre società. Ha scelto gli acerrimi rivali nerazzurri, dando vita a una situazione paradossale.

Odiatissimo dai nerazzurri e amatissimo dai bianconeri, Cuadrado ha pensato esclusivamente alle ambizioni personali, sia tecniche che economiche.

Questo suo passaggio all’Inter non è un caso isolato di calciatori che approdano a una rivale, direttamente o attraverso una tappa intermedia. Calciatori o allenatori. Pensiamo al caso di Maurizio Sarri. Il Panita non è stato ben accolto sui social dai tifosi nerazzurri. Da vedere se sul campo trasformerà i fischi in applausi.

Fatto sta che la stragrande maggioranza dei calciatori è composta da freddi professionisti. I calciatori quasi mai ne fanno una questione di tifo. I Totti e i Del Piero sono merce rarissima. I tifosi etichettano determinati giocatori come idoli e paventano un legame indissolubile con la propria squadra, per poi essere “traditi” da coloro che avevano tanto amato. E, per contro, ti puoi ritrovare di punto in bianco l’odiatissimo rivale nella tua squadra.

I sentimentalismi sono estranei al modo di pensare di chi gioca a calcio. Il calciatore si rende protagonista di inchini, festeggiamenti e salamelecchi vari quando è sotto contratto per una squadra. Terminato il vincolo, non si fa scrupoli a passare a una rivale, magari dalla cui tifoseria è odiato.

Avete presente i vertici di una grande azienda? Così ragionano calciatori e allenatori. Scelgono la miglior opportunità di lavoro, il miglior offerente, le migliori condizioni. Vedono una squadra di calcio come un brand come Coca Cola, Nestlé, Kellog’s, Danone, Mondelez, etc… Insomme, non c’è tifo che tenga…