Paolo Maldini compie oggi 55 anni. L’ex capitano del Milan e della nazionale italiana, dopo una carriera esemplare dentro e fuori dal campo, è stato direttore tecnico dei rossoneri. La sua separazione è poi stata burrascosa.

In questa ricorrenza tanto speciale è doveroso riproporre la sua meravigliosa storia che forse in pochi ormai non conoscono.

La sua carriera nasce nel nome del padre, Cesare, nome da imperatore, da leader. È stato il capitano del grande Milan europeo che ha sollevato la prima Coppa dei Campioni, a Wembley. Ma, secondo molti, il suo più grande merito è stato quello di aver generato Paolo. Il DNA è quello che è, fa ciò che vuole, ed è per questo che suo figlio è addirittura più forte di lui. 31 anni con una sola maglia, un grande capitano, una bandiera, una leggenda, uno dei difensori più forti e versatili della storia del calcio. In due parole.

Paolo nasce a Milano il 26 giugno del 1968. Donatella, una delle sorelle e appassionata di fotografia un giorno del 1978,  decide di fotografare il fratellino durante una partita del torneo scolastico: indossava una maglia granata e stava colpendo al volo di collo pieno. La sera stessa, a cena, fa vedere la foto al padre. La reazione di Cesare non si fa attendere: “beh…sembra un ottimo calciatore”. A nome di tutta la famiglia, la moglie decide di prendere la parola: “Cesare, mi sa che solo tu non ti sei ancora accorto che Paolo potrà diventare come te“. Convinto della bontà delle parole di Marisa, Cesare decide di iscrivere il figlio a un provino. Ma in quale squadra? “Paolo, allora che dici? Milan o Inter?” – “Papà, se proprio devo scegliere tra queste due, allora dico Milan“. Resta da capire il motivo della mancanza d’entusiasmo della scelta: in realtà, Paolo era rimato estasiato dalla nazionale italiana che, nel 1978, era andata a giocare i mondiali in Argentina. Praticamente era la Juventus con la maglia azzurra e il suo giocatore preferito era Roberto Bettega, che da dirigente bianconero proverà – invano – a portarlo in bianconero. Al momento di disputare il provino, Paolo viene schierato all’ala destra e, come prevedibile, gioca una partita sublime. Al termine del provino, gli osservatori non hanno dubbi: Paolo diventerà un giocatore del Milan.

Un responsabile del Milan chiama direttamente Cesare e gli chiede di farlo firmare immediatamente. Il 12 settembre del 1978, Paolo Maldini diventa ufficialmente un calciatore rossonero. L’esordio arriverà 7 anni dopo con Nils Liedholm allenatore, in un Udinese-Milan, con un paio di scarpini di due numeri più piccoli prestatigli da Ray Wilkins. Un retropassaggio al portiere rossonero Giuliano Terraneo rappresenta il primo pallone toccato da Paolo in Serie A.

Maldini rappresenta uno dei vanti della nostra storia difensiva, un giocatore praticamente perfetto, capace, dopo una carriera da terzino sinistro, di adattarsi perfettamente a centrale di difesa.

Nel corso della sua carriera, durata 25 anni, ha vestito solo la maglia del Milan, con cui ha vinto 26 trofei: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Champions League (con il record di 8 finali giocate, condiviso con Francisco Gento), 5 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA. Si è ritirato dall’attività agonistica al termine della stagione 2008-2009.

Unico rimpianto quello di non essere mai riuscito a trionfare con la nazionale pur essendoci andato molto vicino.

Così come per molti costituisce una grave ingiustizia il fatto che non abbia mai ricevuto un pallone d’oro.

L’attuale dirigente del Milan non ha nascosto di essere stato cercato più volte da grandissime squadre restando sempre fedele ai rossoneri. Ecco una sua dichiarazione:

“Ho incontrato di recente Boniperti e mi ha confermato che la Juve mi voleva. Al Chelsea mi chiamò Vialli nel ’96. Però preferii restare al Milan, per venire fuori da un’annata disastrosa. È stata una scelta giusta. Poi, per l’Arsenal mi chiamò una persona, facendomi un’offerta economica, e ci fu anche una richiesta di Ferguson per il Manchester United e forse un’altra del Real Madrid. La verità è che molto spesso queste richieste coincidevano con annate storte: sarebbe stato probabilmente più semplice accettare. Ma noi del nucleo storico ci prendevamo le nostre responsabilità, preferivamo rimanere e riscattarci sul campo, mettendoci la faccia”.

Cosa altro aggiungere su un campione che resterà per sempre nella storia del calcio italiano e mondiale.

Tanti auguri Paolo Maldini!

Alessio Maria Giannitti