Lazio-Flaminio, l’Italia non è un Paese per (stadi) vecchi

In occasione della festa per la promozione in Serie A della Lazio Women tenutasi ieri in Campidoglio insieme alla sindaca Virginia Raggi, il presidente Claudio Lotito, tra i vari argomenti, è tornato sulla questione Stadio della Lazio e dello Stadio Flaminio.

Il proprietario della SS Lazio ha dichiarato:

La città di Roma e la Lazio meritano di avere uno stadio. Il Flaminio? Prima di tutto bisognerebbe mettersi d’accordo. È nell’interesse della città se si ottengono certi risultati e vorrei che la nostra Capitale, che ha già nel suo stemma l’aquila imperiale, migliori costantemente e che possa farlo con la Lazio. Io sono abituato, quando mi prendo un impegno, a rispettarlo: se ci fosse la possibilità, sono pronto ad aiutare. Mi sono chiesto: quella struttura si può coprire? Ci sono parcheggi? Insomma, ci sono tre o quattro temi che vanno valutati e poi si vedrà. Quello non è uno stadio a norma UEFA. Comunque, ci sediamo al tavolo con la sindaca per parlare di tutti i temi e vedremo cosa succederà. Stavo riflettendo tempo fa su questo e siccome la Raggi è una persona molto aperta abbiamo visto che Roma ha bisogno di aiuto. Noi siamo a disposizione. Penso che la città abbia bisogno di uno stadio di riferimento per la Lazio: noi non ci siamo ancora fatti avanti come ha fatto la Roma, ma adesso siamo a disposizione. Deve essere uno stadio vissuto da tutti, un punto di ritrovo e un motivo di orgoglio per tutti i laziali”.

Queste parole dimostrano un’apertura tra la società e l’amministrazione comunale, anche se il prossimo ottobre si andrà alle urne, sulla questione ma lo Stadio Flaminio è sempre stato un argomento abbastanza spinoso per Roma Capitale, visto lo stato di degrado ed abbandono in cui versa da anni, ma anche sogno nel cassetto per i tifosi biancocelesti. Quella era la zona su cui sorgeva lo storico Stadio della Rondinella, che venne anche trasformato in “Orti di Guerra” permettendo alla SS Lazio di essere insignita del titolo di Ente Morale di cui è stato festeggiato il Centenario proprio pochi giorni fa.

Benchè quando fu costruito il Flaminio era un esempio di stadio moderno e funzionale, sotto di esso ospita oltre agli spogliatoi anche palestre, saune ed una piscina coperta di 25 metri, ma con il passare del tempo le normative sono cambiate e la struttura non è più adeguata al calcio di oggi.

Come ha detto Lotito, il Flaminio non rispetta le normative Uefa e FIGC. Il problema maggiore riguarda gli spazi di prefiltraggio e già solo per questo motivo il progetto andrebbe abbandonato. Mentre per ciò che riguarda le direttive per gli spazi interni si potrebbe risolvere con una radicale ristrutturazione. Altro problema è la mancanza dei necessari parcheggi, originariamente c’erano ma quell’area è stata utilizzata per costruire l’Auditorium-Parco della Musica progettato da Renzo Piano. Paradossalmente lo stadio è servito già dai mezzi pubblici su rotaia, come vogliono le nuove linee guida urbanistiche, grazie alla Metropolitana Leggera costruita sulla via Flaminia in occasione dei Mondiali di Italia ’90.

Un’altra grande problematica riguarda la ristrutturazione totale, compresa la copertura, dell’intera struttura ed un eventuale aumento della capienza. Sul Flaminio vi sono due vincoli: il primo riguarda lo Studio Nervi, che negli anni ’50 si occupò della progettazione e della costruzione dell’impianto anche utilizzando tecniche innovative, che devono esprimere il suo assenso per qualsiasi modifica che verrà apportata; il secondo riguarda il diritto di veto che si è riservato Renzo Piano riguardo qualsiasi costruzione nuova, o ampliamento di una esistente, per preservare la skyline dell’Auditorium dal lui realizzata.

Da non sottovalutare eventuali proteste e ricorsi dei vari comitati dei residenti, preoccupati dai possibili cambiamenti della viabilità e dell’aumento di traffico e rumore in uno dei quartieri più IN di Roma, e delle piccole società sportive di sport minori, come ginnastica e scherma, che stanno ancora utilizzando le palestre sotto lo stadio e che non avrebbero altro posto dove andare, rischiando di sparire.

Il grande sogno dei tifosi laziali di trovare nel Flaminio la propria casa sembra irrealizzabile, ma non impossibile. La forte volontà della SS Lazio di soddisfare una sua esigenza, avere uno proprio stadio dove poter far giocare anche la rappresentativa femminile e quelle giovanili, e di Roma Capitale e degli altri interpreti coinvolti per far tornare agli antichi splendori quello che si sta trasformando in un Ecomostro in pieno centro città, potrebbe portare ad un risultato inaspettato anche a medio termine.

Intervista da Daniele Tosatti durante la trasmissione Bicks and the City del Febbraio 2020