Raiola – Report: è scontro diretto

In questi ultimi giorni ci sono vicende che stanno tenendo banco e che vanno aldilà del tanto sognato calciomercato estivo e dell’imminente Europeo. 

Fra queste spunta la diatriba tra Mino Raiola e “Report” , lo storico programma di Rai Tre che ogni settimana si occupa di un’inchiesta spinosa per il nostro paese. 

Ieri sera alle 21.15 è andata in onda una puntata dedicata al mondo del calcio e dei procuratori. In particolar modo alle trame oscure del calcio tra transazioni illecite, corruzione, infiltrazioni della criminalitá.

L’attenzione è ricaduta, nell’inchiesta condotta dall’inviato Daniele Autieri, sui procuratori da sempre considerati l’anello di congiunzione tra calciatori e società. Un mondo presentato da Report come “caratterizzato da corruzione e violenza che può portare al fallimento stesso del calcio” .

In particolare parlando di procuratori non si può non fare riferimento a quello che è considerato uno più ricchi e famosi al mondo, inserito nel 2020 da ‘Forbes’ al quarto posto con un fatturato da 84 milioni di dollari, assicurato da fenomeni assoluti come IbrahimovicDonnarumma – è delle ultime ore la notizia di un passaggio dal Milan al Psg con cifre da capogiro – e Pogba.

Un’impero, quello di Raiola, che opera tra Italia e Olanda ma che vede il baricentro tra Montecarlo, dove vive e Malta dove ha sede la sua società.

È proprio qui che si è spinta l’inchiesta per scoprire la sede delle sua “Three Sport”. 

Perché proprio Malta? 

Moltissime aziende italiane e non, se ne contano 100 mila su 500 mila abitanti, sorgono in questa splendida isola del mediterraneo. Il motivo è semplice: enormi vantaggi economici con una fiscalità agevolata e una tassazione solo del 5%. Ma c’è un però : la società deve operare a Malta. 
Sono invece tanti i “furbetti” che aprono sedi sull’isola senza mai averci messo piede.

Ed é su questo punto che Raiola ha diffidato “Report” e la Rai tutta a dare informazioni false e tutti gli altri organi di stampa a riportare l’inchiesta.

Secondo il procuratore infatti:

È vergognoso che una tv di Stato, usando dunque soldi pubblici, crei delle fake news. La Rai dovrebbe essere garante di un giornalismo serio e responsabile. Invece è stato inviato a Malta un giornalista che ha raccontato un sacco di falsità e non ha saputo o voluto trovare il giusto indirizzo della mia società, nonostante abbia consultato il registro del commercio di Malta dove il mio indirizzo è corretto. Questo ‘errore’ è inaccettabile perché getta ombre sulla mia reputazione. I miei legali hanno già effettuato una diffida formale al programma Report. Mi auguro torni sui propri passi e prenda provvedimenti nei confronti del giornalista. Se la Rai andrà avanti su questa strada nonostante sia a conoscenza dei fatti, agirò nelle sedi competenti e lo farò anche verso le testate che riporteranno questa fake news. Alcuni siti maltesi che in buona fede avevano riportato la notizia, hanno provveduto a eliminare la notizia dopo aver appurato l’inesattezza dei fatti commentati dal giornalista di Report”.

Non si è fatta attendere la risposta della redazione del programma che, decidendo di mandare in onda lo stesso l’inchiesta, ha accusato Raiola di ostacolare la libertà di stampa, sostenendo inoltre che lo stesso procuratore era stato invitato due volte a rilasciare un’intervista e che per due volte la risposta è stata negativa. L’inviato si sarebbe infatti recato nella sede giusta,come confermato dallo stesso avvocato del procuratore proprio nella giornata di ieri, trovandone peró una “fantasma”. La sede è però la stessa che Raiola indica nella Federcalcio. 

Nel corso della puntata si è parlato anche di Scamacca e del suo passaggio sotto la procura di Mino Raiola. Gaetano Paolillo, ex agente del giocatore, ha raccontato come sono andate le cose: “Successe che andò con Raiola. Se gli ha offerto dei soldi? Non lo so. La Procura Federale ha fatto le indagini, dove ha chiarito che lui faceva da procuratore pur non avendo la procura. Lui ha fatto ricorso alla corte di appello federale, che ha accolto il ricorso”. 

Un’inchiesta che, nonostante la minaccia di adire le vie legali, ha sicuramente fatto tremare Raiola e il mondo del calcio in generale.