Ibrahimovic, un campione senza tempo

«Timeless», senza tempo. Questo il messaggio consegnato dal campione lunedì ai suoi quasi 50 milioni di seguaci social.

È di qualche ora fa la notizia della lesione al bicipite femorale della coscia sinistra di Ibrahimovic, uscito per infortunio al 79′ dopo aver deciso con la sua doppietta la sfida di domenica contro il Napoli. Il campione rossonero si fermerà per le prossime 3 settimane per rientrare verosimilmente il 13 dicembre.

Ma dal fuoriclasse ci aspettiamo un recupero sorprendente. Perché Ibra è Ibra.

Nato a Malmö, in Svezia, il 3 ottobre del 1981, Zlatan da piccolo viene spesso chiamato ‘lo zingaro’ perché i suoi genitori sono jugoslavi immigrati in Svezia. Il papà Sefik è bosniaco, mentre la mamma croata. Nella sua infanzia cresce a Rosengard, un sobborgo di Malmö a stretto contatto con la criminalità giovanile.

Nel suo primo libro dal titolo Io, Ibra (titolo originale in lingua svedese: Jag är Zlatan Ibrahimovićè), biografia scritta con David Lagercrantz, parla della sua infanzia vissuta tra solitudine, disagio sociale e abbandono.

Il piccolo Zlatan vive in un ambiente familiare difficile, senza amore. Maltrattato, è solo e ha bisogno di un logopedista per curare la balbuzie. I furti di bicicletta, le bravate e le risse sono all’ordine del giorno.

“Ma avevo il calcio. Era roba mia e giocavo tutto il tempo, in cortile e a scuola”, racconta nel libro il campione. Il calcio, infatti, rappresenta la sua salvezza. A soli 13 anni viene arruolato nella squadra della sua città, dove spicca immediatamente fino a quando, nel 2001, viene notato ed acquistato dall’Ajax. 

Il resto è storia.

Zlatan Ibrahimovic è talentuoso, competitivo, arrogante e imprevedibile. Venerato dai suoi tifosi e ammirato da quelli avversari.

E non è di certo solo il piede a determinare il suo successo ma la sua testa, ossia capacità di prevedere le sorti di ogni partita. Doti che lo rendono l’icona vivente del calcio.

Ibra e i piedi che fanno ancora la differenza

 

Dall’estate 2004 cavalca i campi italiani: si unisce prima alla Juventus, poi all’Inter, toccando vette eccelse. Nel 2009 vola in Spagna a collezionare un’altra maglia, quella del Barcellona per poi tornare, un anno dopo, in Italia, in prestito al Milan di Allegri. Qui vince anche il titolo di “miglior calciatore assoluto” della stagione 2010-2011. Ibra è leggenda!

Nel 2012 viene acquistato dal Paris Saint-German perché il suo nome è sinonimo di garanzia. E la scommessa, che vale 21 milioni di euro, viene stravinta dal momento che diventa capocannoniere del campionato, giocatore cardine e spettacolo della Ligue 1, con 156 gol e 4 campionati vinti.

Nella sua seconda autobiografia “I’m Soccer (Io sono il Calcio)”, Zlatan svela un retroscena sul suo trasferimento dal Milan al Paris Saint-Germain. Fa richiesta di un ingaggio da nababbo allo sceicco del PSG per ostacolare la trattativa e rimanere al Milan.  Richiesta che i francesi decidono di accettare!

Nel 2016 solca i campi inglesi passando al Manchester United. Poi arrivano quelli americani, che si aggiudica nel 2018 con la maglia del Los Angeles Galaxy, diventandone anche capitano.

Nel 2019, a 39 anni, torna al Milan, dove ribalta completamente le sorti di una squadra dissipata.

La vita difficile di questo fuoriclasse ha forgiato un uomo da un temperamento impetuoso. Il suo nome, oggi, è così grande che i difetti di gioco e le vulnerabilità caratteriali creano il giocatore completo e inarrivabile che è.

Basti pensare al fatto che, pur non avendo mai vinto un Pallone d’oro, rappresenta a tutti gli effetti il simbolo del calcio moderno. 

Il giorno in cui Ibra appenderà le scarpe al chiodo sarà un giorno triste per il mondo del calcio. Anche se la speranza è che possa continuare a dare il suo prezioso contributo, trasferendo il suo sapere e la sua esperienza alla future generazioni calcistiche.

Ma è presto per questi discorsi. Noi non vediamo l’ora di rivederlo in campo e, perché no, anche al cinema.

È prevista nell’autunno 2021, infatti, l’uscita del lungometraggio dal titolo: I am Zlatan, il biopic diretto da Jens Sjogren, scritto da Jakob Beckman e David Lagercrantz con il contributo nella sceneggiatura dello stesso Ibrahimovic.

Il film, che racconterà la crescita e l’evoluzione di uno dei calciatori più forti e seguiti degli ultimi 30 anni, sarà distribuito in Italia da Lucky Red.

Andrea Occhipinti, attore e fondatore della Lucky Red, ha recentemente dichiarato: “Ibrahimovic è molto più che un calciatore: è un leader puro, un’icona leggendaria, un modo di essere che appartiene soltanto a lui e che non è replicabile. Il racconto di questo mito contemporaneo che in Italia ha trovato la sua più alta consacrazione, non poteva che diventare una grande storia per il cinema”.