È notizia recente che lo Stadio della Roma a Tor di Valle è a un passo dal saltare. Il comune ha appurato che sull’area di Tor di Valle pendono ipoteche per ben 42 milioni di euro.

Stante, pertanto, anche la situazione covid, investire in uno stadio da 55.000 posti in quell’area porterebbe a costi esorbitanti. Considerato anche il caos in seno alla giunta capitolina, il progetto è assolutamente in un vicolo cieco. La conclusione sarebbe vicina, ma questi costi sarebbero esorbitanti.

Appena giovedì, la Raggi aveva rassicurato tutti. «Siamo pronti, sono state fatte proprio in questi giorni altre riunioni con la Regione Lazio, con cui abbiamo trovato una soluzione condivisa sulla Roma Lido. Credo e mi auguro che entro Natale possiamo fare un bel regalo ai tifosi della Roma».

Visti tutti questi scenari, Vitek, che non si fa sentire, difficilmente avanzerà nel progetto congiunto con Friekdin. Vitek che, lo ricordiamo, ha rilevato i terreni di Tor di Valle. I Friedkin preferirebbero inoltre modificare il progetto. Qualunque sarà lo scenario, la società dovrà prepararsi a delle spese se vorrà avanzare con lo Stadio della Roma.

Scegliere un’altra area manderebbe in fumo gli investimenti già effettuati. Eppure potrebbe essere una soluzione, visto lo stallo per Tor di Valle. Vitek ha investito sull’area e sul centro commerciale Maximo. Tuttavia, se la situazione non si sbloccherà, il magnate ceco potrebbe dirottare gli investimenti altrove.

Considerando che i Friedkin non vogliono impelagarsi in un ulteriore ginepraio da cui sarebbe arduo districarsi, gli scenari Flaminio e Tor Vergata sono reali.

Il Flaminio potrebbe essere riqualificato. Su quest’ultimo, nonostante il Decreto Semplificazione, pendono però le tantissime deroghe da ottenere in termini logistici (accessi, parcheggi, distanze di sicurezza). Lo stadio dovrebbe inoltre essere ricostruito da zero. Renzo Piano lo ha definito “una grande rovina cadente”, mentre il costruttore Nervi affermò che la struttura avrebbe retto per 50 anni.

Ci sarebbe poi Tor Vergata, e lì rientrerebbe in scena Caltagirone. Anche in quel caso bisognerebbe ricominciare l’iter tutto da capo. Ci fu tuttavia l’incontro con i Friedkin a fine gennaio ed è una pista che potrebbe prendere consistenza.