Il Consiglio Federale ha confermato la “linea Gravina”, ovvero conclusione del campionato qualora non vi siano intoppi, playoff/playout come piano B e algoritmo come piano C.

La cocciutaggine del presidente FIGC farà sì che, se non ci saranno nuovi casi di COVID-19 che renderanno impossibile portare al termine il campionato, le squadre giocherebbero dalle 12 alle 15 partite nel giro di un mese e mezzo. L’Inter, che ha sicuramente la semifinale di Coppa Italia e il recupero contro la Sampdoria, ne giocherebbe almeno 14.

Pertanto, il “piano A” mette comunque a rischio la salute fisica dei calciatori. Questi ultimi si ritroverebbero a giocare ogni 3 giorni dopo tre mesi e mezzo di inattività. Per giunta, si giocherebbe a temperature spesso molto alte.

Il “piano B” presenta due criticità. Da un lato è chiaramente ingiusto vanificare quasi del tutto la classifica, dando a squadre indietro in graduatoria la possibilità di poter vincere lo scudetto. Vero che, a parità di risultati, ne beneficerebbe la compagine meglio classificata, ma il vantaggio costruito sul campo andrebbe quasi del tutto annullato.

In secondo luogo, si può dire che questo piano B è una mossa furba di Gravina per far prendere campo all’algoritmo da lui tanto caldeggiato. I playoff e playout avrebbero luogo solo se il campionato si fermasse e fosse impossibile disputare le partire di play-off. Nel caso di nuovi contagi e blocchi, magari a luglio, le possibilità di riuscire a completare la stagione calcistica di Serie A con play-off e play-off si ridurrebbero.

Il “piano C”, tanto caro a Gravina in caso di interruzione definitiva del campionato, è un guazzabuglio terrificante. Per spiegarlo, riportiamo un estratto di Repubblica: “P sta per punti, t(x) è l’ultimo turno di campionato con classifica valida. In sostanza, Pt(x) indica i punti realmente conquistati sul campo nelle partite giocate fino alla sospensione. Insomma, la classifica reale. A questo valore, bisogna aggiungere un dato virtuale. E qui c’è la seconda parte della formula. Mpc è la media punti in casa riferita a t(x), cioè al totale delle partite effettivamente giocate in casa sul proprio campo al momento della interruzione. C indica le partite in casa, z è il totale delle partite interne nella stagione (19) e x indica quelle già giocate. La media punti tenuta sul campo di casa viene moltiplicata per le partite interne ancora da disputare. Allo stesso modo, la media punti tenuta fuori casa fino al momento della sospensione (mpf) si moltiplica per le partite in trasferta ancora da giocare. La classifica finale ponderata tiene conto dei punti reali più quelli virtuali, così calcolati con le due diverse medie punti. Con questi criteri, l’algoritmo sposterebbe davvero gli equilibri solo in caso di distanze ridotte e di numero diverso di partite giocate. Al momento, ad esempio, proietterebbe il Verona al settimo posto e il Parma all’ottavo, col Milan in nona posizione“.

Il problema è che, in caso di un solo punto di distanza tra la prima e la seconda, oppure tra la quarta e la quinta, l’algoritmo potrebbe essere decisivo, come lo sarebbe in qeusto momento nel caso di Verona e Milan.

Tornando al discorso principale, se viene imposto un nuovo stop per una nuova esplosione di contagi, lo scenario play-off sarebbe piuttosto difficile, in quanto è poco probabile che l’impossibilità di giocare possa sussistere solo per poche giornate di campionato. Una soluzione che avrebbe previsto uno snellimento più logico sarebbe stata ideale, ma Gravina ha optato per altre soluzioni, decisamente più tortuose…