La differenza tra Atalanta e Genoa è evidente, ma giocare con questa pressione addosso, quando sei in lotta per la qualificazione in Champions, a sole tre partite dal termine, per giunta con tantissimi assenti, rende tutto più difficile.

Con ogni probabilità, senza la falsa partenza (6 punti in 8 partite), l’Atalanta avrebbe non solo distanziato il gruppetto in lotta per il quarto posto, che ha superato solo da pochissimo, ma avrebbe addirittura insidiato la seconda piazza.

Ma cosa distingue l’Atalanta rispetto ad altre squadre? Ci riferiamo ad esempio alla Lazio o al Milan in costruzione. È presto detto: Gasperini è da anni alla guida degli Orobici e ha svolto con pazienza il proprio lavoro, migliorando di anno in anno e sviluppando un gioco corale sempre più sincronico e affinato. Tutto ciò che Gasperini tocca si trasforma in oro. Poi i calciatori vanno altrove e quasi mai si confermano sui livelli espressi in nerazzurro.

Anni di lavoro, alla ricerca non solo della bellezza, ma anche della concretezza e della precisione, all’insegna della ricerca di una perfezione maniacale, hanno prodotto questo splendido gioiello. Il tutto nonostante una difesa e una fase difensiva rivedibili. Ma lo scopo dell’Atalanta è stato sempre quello di segnare un gol in più dell’avversario, anzi, vari gol in più dell’avversario.

Tolto qualche fisiologico harakiri, vedi proprio contro il Milan, la squadra di Gasperini ha mostrato costanza nel rendimento e nei risultati. E ha puntato al massimo sulla Coppa Italia. A inizio anno ha eliminato proprio la Juventus e adesso si ritrova con la possibilità di alzare un trofeo ambitissimo. E, allo stesso tempo, ha possibilità concrete di entrare in Champions, possibilità che aumentano ulteriormente dopo la vittoria contro un Genoa non ancora salto.

Cambiano gli interpreti, ma non l’andamento dei match. La squadra funziona alla grande anche quando manca qualche pedina importante. Nel match odierno mancavano ben tre difensori, oltre al Papu Gomez. Nonostante il gioco non è stato fluidissimo, l’Atalanta ha mostrato qualità mentali da grande squadra, gestendo la partita e commettendo solo un paio di sbavature nel finale, una delle quali è costata in gol del 2-1.

Non volendoci impelagare in valutazioni sulla qualità dei calciatori e sul valore tecnico della rosa, la differenza con il Milan o la Roma salta subito all’occhio. Gli Orobici hanno un gioco ben definito, che prevede una squadra corta, con movimenti continui dei centrocampisti e dei dei trequartisti/esterni. I terzini fluidificano con i tempi giusti e accompagnano l’azione in perfetta sincronia, cosa che invece non avviene con il gioco di Gattuso e non avveniva con quello di Di Francesco. Poi c’è Zapata, che con Gasperini è finalmente diventato bomber da 20 gol, che non si limita ad attaccare l’area, ma ha la capacità oculo-podalica per dialogare con i compagni e gioca a tutto campo.

L’Atalanta di Gasperini non è certo un fuoco di paglia, visti gli anni a questi livelli, ma una splendida creatura costruita nel tempo grazie a pazienza e competenza. Poi si sa che in provincia è tutto più semplice.

Vincenzo Di Maso