Andrea Petagna potrebbe rientrare nella casistica di quegli attaccanti che per anni sono stati forti in molte skill, tranne in quella fondamentale, ovvero segnare.

Eppure in questa stagione c’è stata l’inversione di tendenza. Nelle scorse due stagioni, Petagna è stato l’attaccante degli orobici di Gasperini, che hanno raggiunto grandi traguardi. L’attaccante triestino non ha giocato sempre titolare e ha messo a segno solo 9 reti, per un bottino assolutamente magro.

Classico attaccante di sponda, utilissimo della manovra, intelligente tatticamente, pronto a mettersi al servizio dei compagni e dotato di una tecnica apprezzabile, era chiamato al salto di qualità a livello realizzativo. L’Atalanta ha deciso di cederlo alla Spal che, oramai salva, lo riscatterà a fine stagione per 12 milioni di euro.

A Ferrara Petagna ha iniziato finalmente a segnare. La strada per colmare questa sua proverbiale lacuna è ancora lunga ma l’inizio è stato dei migliori. L’ex Milan calza a pennello nella visione del calcio verticale della SPAL e ne ha ulteriormente ampliato le soluzioni. Da solo o con un altro centravanti, Petagna contribuisce ad aprire le difese avversarie e sta migliorando anche la mira.

Petagna, visto il fisico imponente, riesce a proteggere fisicamente il pallone, alla Zapata, mostrando inoltre interessanti qualità tecniche quando si gira. Per questo, l’ex centravanti dell’Atalanta riceve molto spesso nel corridoio centrale, sfruttando il movimento in profondità dell’altro centravanti. Le caratteristiche con Floccari o Antenucci sono pertanto complementari.

Parlare di un suo inserimento in nazionale è forse prematuro, ma se affinerà le qualità tecniche (comunque apprezzabili) e, soprattutto, si confermerà a livello realizzativo dopo questa stagione, potrà rientrare nelle scelte di Mancini.  Il gioco del CT azzurro prevede una punta capace di proteggere il pallone e giocare di squadra, proprio per mettere in moto gli esterni rapidi e tecnici che abbiamo a disposizione.