Higuain, la lacrime di chi sa di aver fatto un errore imperdonabile

Lo confesso: ho avuto pena per lui, Gonzalo Higuain. Quelle lacrime mi hanno commosso, lacrime di rabbia, delusione, fallimento. Gonzalo aveva avuto la possibilità di entrare nella leggenda del calcio, alla fine sarà uno dei tanti ad aver vinto un paio di scudetti con la Juve.  .

Ma torniamo al Pipita. Era andato via da Madrid perché il presidente gli preferiva Benzema, Napoli lo aveva accolto a braccia aperte. A Napoli ha dato probabilmente il meglio della sua carriera. È andato via da Napoli per vincere facile, ma ha fatto male i suoi conti. In casa Juve non avevano bisogno di lui per vincere lo scudetto, si illudevano di poter vincere con lui la Champions. Quando hanno capito che non era cosa lo hanno gettato come un pacco vecchio. Neanche la formula di rito: arrivederci e grazie. Un semplice “vaffa” per chiudere una storia che è stata solo sesso senza amore. L’hanno trattato come una escort di lusso, più o meno.

Poteva entrare nella leggenda, resterà solo uno dei tanti

Il rigore fallito, la rabbia, l’espulsione, le lacrime: una escalation lunga 90 minuti. Il Pipita si è trovato improvvisamente di fronte alla sua realtà. Quella di un giocatore baciato dalla grazia di Dio, ma senza palle. Incapace di fare la differenza quando la partita conta per davvero. Soprattutto incapace di mantenere la freddezza al momento emotivamente più complicato, quello del rigore.

Le lacrime di Higuain sono la sintesi della sua carriera: sa di aver fallito, e l’orologio corre inesorabile. Sa di aver sbagliato la mossa più importante: andando via da Napoli si è precluso la possibilità di entrare nel mito. Alla Juve era uno dei tanti, e come tale è stato trattato. Fosse rimasto a Napoli…

Caro Pipita, gli errori si fanno, ed alla fine si pagano. E la cosa più brutta nel tuo caso è che non hai nessuno cui dare la colpa. Piangi Gonzalo, piangi. Ma piangi te stesso, sei tu l’unica causa del tuo male…

 

Liberato Ferrara