Qualsiasi giocatore abbia calcato San Siro non ha problemi a definirlo la Scala del Calcio. Il Meazza è uno stadio nel quale bisogna saper giocare, uno stadio che se ruggisce mette i brividi. Il fattore atmosferico è impressionante; ottantamila persone a strapiombo sul campo che, parole di Vieri, “se sbagli due passaggi ti dicono di tutto e le senti perfettamente”.
In occasione di Milan-Liverpool di ieri sera, terminata con la vittoria dei Reds e la conseguente esclusione dalle coppe dei rossoneri, la polemica è montata sulle condizioni del manto erboso, imbarazzante rispetto al contorno e al valore delle squadre in campo.
Il primo a far luce sul problema del manto indegno è stato Lautaro dopo Inter-Spezia: “Il campo non è in ottime condizioni, non è giusto giocare su un terreno del genere perché una squadra come noi fa fatica ad esprimere le proprie qualità”. La risposta fuori dal coro è arrivata da Florenzi che ha liquidato in maniera lapidaria il “cugino” interista, invitandolo a non accampare scuse: “Lautaro si è lamentato del manto erboso a San Siro? Penso che i giocatori forti debbano giocare su tutte le superfici e non lamentarsi del campo”
Un Florenzi inaspettatamente poco diplomatico verso Lautaro, che non ha però avuto appoggio dai due allenatori. Sia Klopp che Pioli hanno commentato lo stato del campo. I due tecnici hanno convenuto che uno stadio e una manifestazione di massimo livello meritino un prato migliore di quello che si è visto in Milan-Liverpool. Il tecnico del Milan ha ripreso un commento del collega tedesco: “Abbiamo perso e il campo era così per tutte e due, ma credetemi che in questo momento San Siro non è un terreno adatto. Ne ho parlato anche con Klopp, Anfield è un’altra cosa. Abbiamo perso e non cerco scuse, però peccato”
Anche Klopp, dunque, che viene da un realtà come quella inglese dove i manti erbosi sono pressoché perfetti, si è definito eccitato da San Siro “nonostante un campo non a livello dello stadio”. Il tedesco si è confermato un personaggio unico anche nelle dichiarazioni: “Ho 54 anni ed è la mia prima volta a a San Siro, è un vero peccato, una vergogna. Ho giocato spesso contro il Napoli, un paio di volte con Juventus e Roma, ma non ero mai stato qua a Milano. È davvero eccezionale, uno stadio bellissimo. È bello essere qui”
Le “cattedrali” del calcio italiano, insomma, esercitano sempre un fascino incredibile, ma non vengono curate nel modo in cui meriterebbero.
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Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.