Juve

Le pagelle del giorno dopo di Marco Edoardo Sanfelici, buona prestazione della Juve trascinata dal marziano Cristiano Ronaldo che torna protagonista assoluto

BUFFON 6,5 Notiziona: abbiamo un portiere che non si vergogna a sbattere i rinvii a metà campo. Della serie: si parte dal basso, poi decido io cosa si deve fare. Chiamato a qualche straordinario che di fronte al Crotone non si aspetta, Gigi è vigile e preciso, a terra come in uscita. Non corre rischi, certo, ma non se li crea ed è aria fresca da respirare, visti i miasmi recenti targati Polonia.

DANILO 7 Inizia traccheggiando, termina dominando. Alterna le solite frenate ad un paio di sganciamenti di possesso, belli da vedere. A sinistra i calabresi non incidono mai ed anche questo è l’ennesimo “scalpo” che Danilo si appende alla cintura. Maledetto il giallo che lo appiederà per Verona, non ci voleva.

DEMIRAL 6 Chiamato a raddoppiare su Di Carmine e dare una mano a de Ligt, più che tenere a bada Ounas, che si tiene a bada da solo. Il franco-algerino è un bel piatto di cous cous, nulla più. Comunque sia, il turco non sfigura e contribuisce a tenere la porta imbattuta.

‘de LIGT 6,5 Ha un cliente fastidioso in Di Carmine e lo doma con le buone o con le cattive. Lo tiene distante dalla porta e non gli concede il tiro facilmente. Gigi ringrazia e lo sprona a ripetersi su Simy, di cui si ha memoria di reti subite nel passato. De Ligt si piazza alto, altissimo, quasi a centrocampo e questa mossa tattica permette alla Juve di contenere le sortite rossoblù con una certa facilità. Se mancano Bonny e Chiello, siamo sempre in buone mano, pardòn… buoni piedi.

ALEX SANDRO 6,5 Di solito è lui che concede spazi ampi alle ali, stasera ne gode ampiamente lui. Non si fa pregare ad inserirsi in profondità e con una buona percentuale di traversoni messi in mezzo. Serve dal limite dell’area il crosso che smarca CR7 per la rete che sblocca il punteggio. La condizione sta tornando piena e si spera che il demonio non ci metta lo zampino sotto forma di guai fisici. (FRABOTTA S.V. Un contrasto in tutto ed un corner procurato).

CHIESA 7 Come non farsi prendere dai difensori, mai. E come pure confrontare impietosamente la velocità propria con la lentezza cumulativa del resto della truppa. Sono in due, talvolta in tre a cercare di arginare le giocate di Chiesa, ma lui sgattàiola senza fatica. E’ più forte a destra, ma anche a sinistra e pure al centro. E’ la sorpresa più bella che deriva dal mercato e non sembra avere idea di fermarsi (DI PARDO S.V. Esordio nella massima serie e questo gli basta).

BENTANCUR 6,5 Si fa preferire per come aggiusta il lancio in avanti, dopo un paio di sbagli. Don Rodrigo calibra un paio di lanci in profondità davvero di ottimo pregio, per Kulusevski e Ronaldo, che meriterebbero migliore fortuna. Non perde tanti palloni ed è già una nota di merito. Certo che la manovra risente della sua lentezza cronica, ma chi nasce Torero Camomillo difficilmente diventa Speedy Gonzales. (FAGIOLI 6,5 D’accordo ha davanti solo il Crotone, con la pratica ormai formalizzata, ma il ventenne piacentino non perde una palla che una, smista la sfera con passaggi precisi, si inserisce con autorità e va via sull’out sinistro con una giocata alla Zidane, annichilita dal solito “scarpone” di turno. Come esordio in serie A, non è niente male. D’altronde, lo manda Allegri…)

RAMSEY 6,5 Dopo aver provato Rabiot al posto di Bentancur, a sua volta impegnato a rimpiazzare Arthur, per la squalifica del francese tocca a Ramsey. Prima notizia: il gallese non si infortuna ed è già una bella cosa. Cerca di sostenere il fraseggio nella parte mediana del campo, anche se non sempre con lucidità e velocità. La tecnica non manca, ma ricorda tanto Sturaro; messo accanto a Padoin, non sfigura (Padoin, non lui). Eppure, trova il tempo per stampare una palla sulla traversa, come preludio al finale pirotecnico del 1° tempo e poi serve dal fondo un pallone invitante per il terzo tempo di Ronaldo, in versione basket. Insomma più arrosto che fumo. (BERNARDESCHI 6 Entra con la grinta che da mesi non si vedeva e, nel tempo a lui concesso, fa vedere alcune giocate che tradiscono dei fondamentali di livello. La testa, Federico, la testa: è quella che deve tornare a posto…)

McKENNIE 7 Male alla schiena, male all’anca, non lo tangono. L’onnipresente americanino resta in campo fino alla fine e con una presenza solida come la roccia. Va da un avversario all’altro come una palla da flipper che fa la spola tra i funghetti respingenti. Poi, siccome è uno dei migliori battitori di testa, raccoglie un pallone da calcio d’angolo (udite, udite!) e chiude la partita con il terzo goal. Harry Potter è fiero di lui.

KULUSEVSKI 6 Se non fosse per uno “sparisco e ricompaio” alla Mefisto (dedicato ai cultori di Tex) sul fondo del campo quasi in area, con uno sberleffo al difensore, meriterebbe l’insufficienza. Tanta corsa per non incidere, tanta fatica per essere impalpabile. Non è una punta e la necessità lo costringe a fare movimenti innaturali e coprire spazi di campo sconosciuti, toccando spesso il limite del disagio. Ahi, la ragion di Stato! (MORATA 6 Manca il colpo a sensazione in area appena entrato. Dà profondità alla squadra nel momento di possibile tour de force crotonese per rientrare in partita. Almeno alla fine dell’incontro non sviene ed è un passo avanti)

CRISTIANO RONALDO 8 Che barba, che noia, che noia, che barba (cit. Sandra Mondaini), sempre il migliore in campo… Oddio alcune sbavature le concede, tipo un passaggio orizzontale dall’out destro verso il centro che si rivela un servizio millimetrico ad un rossobllù. Bisticcia un’altra volta col pallone, che come notizia ha il valore dell’annuncio della caduta del muro di Berlino, poi però suggella la sua prestazione con una doppietta di testa alla sua maniera e tutti muti. Se la prima rete lo trova pronto a spedire il pallone alle spalle di Cordaz di giustezza, la seconda è nel novero delle realizzazioni con elevazione al livello dell’Empireo e schiacciata alla Zorzi su alzata di Lucchetta. Fine delle trasmissioni, se no a qualcuno verrebbe in mente di considerarlo un problema. Così le voci sull’addio messe in giro dai soliti giornali spagnoli, che ancora non si capacitano di come la luce si sia spenta sul regno di Carlo V°, secondo le quali CR7 starebbe scappando da Torino irritato e deluso, sono servite. E con esse anche la pletora di tifosotti che le bevono.

PIRLO 6,5 Più che l’estro, potè la necessità. Uomini contati, squalifiche e condizione precaria hanno suggerito una formazione logica, ancorchè obbligata. Difetto n° 1: l’approccio “soft”, come una specie di diesel vecchio che ha bisogno di far scaldare le candelette. C’è voluta quasi mezzora per vedere una Juve arrembante e pericolosa, di fronte all’ultima della classifica. Difetto n° 2: la lentezza quasi soporifera della manovra. Da de Ligt a Demiral, a Danilo che si ferma un surplace facendo concorrenza a Maspes e Gaiardoni, palla che va sui piedi di Bentancur e qui si inizia a sbadigliare… Su questi particolari Pirlo dovrà lavorare, anche se le caratteristiche dei giocatori a sua disposizione sono quelle che sono e giustamente, chi nasce quadrato, difficilmente muore tondo. Nel frattempo il salto in classifica è notevole e si sono scavalcate 3 squadre in un botto. La strada è lunga, ma si fa percorrere: c’è sempre una partita da recuperare e lo scontro diretto in casa. C’è ancora vita sul pianeta terra.

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