L’Equilibrio della Serie A: gap ridotto o qualità inferiore?

Nell’ultimo decennio, in Serie A si è potuto assistere a diversi campionati vinti da una squadra che ha dominato sulle inseguitrici. Nella stagione 13/14 ad esempio, la Juventus ha conquistato il campionato con quello che è stato – ed è tuttora – il record di punti del campionato Italiano, facendone ben 102, con un vantaggio di 17 sulla seconda. Situazione simile, sempre con protagonisti i bianconeri la stagione successiva, che hanno nuovamente dato un distacco di 17 punti, ma questa volta facendone “solo” 87. I 3 anni successivi hanno visto il dominio incessante della Vecchia Signora, ma che stava inesorabilmente giungendo alla fine del ciclo e il vantaggio era sempre più ridotto, anche se nella stagione 18/19 la conquista è pervenuta con 11 punti di vantaggio.

Facendo un salto in avanti di un paio d’anni, la Juventus ha ceduto lo scettro all’Inter che in quell’annata assapora il successo chiudendo a 91 punti e 12 di vantaggio sulla seconda. Tocca poi al Napoli la stagione successiva che si proclama campione d’Italia in un campionato senza storie e vinto sul velluto con 16 punti di vantaggio.

Sono finiti gli anni degli imperatori longevi in Serie A

Si conclude poi lo scorso campionato con nuovamente l’Inter che la passata stagione si è cucita la seconda stella sul petto grazie ai suoi 94 punti e ben 19 punti di vantaggio sulla seconda classificata. Tuttavia, nonostante questi numerosi episodi di vittoria schiacciante, a differenza dell’epoca del dominio bianconero, nessun’altra squadra è riuscita mai a confermarsi campione l’anno successivo. Nonostante sia ancora presto per tirare le somme, l’attuale classifica di Serie A è chiara: a quasi 1/3 delle gare stagionali disputate, la prima (il Napoli) e la sesta (la Juventus) sono separate da appena 2 punti.

Da qui sorge spontaneo porsi un interrogativo: sono le varie contendenti ad essersi rinforzate portando a un continuo cambio di paradigma nel vincitore? Oppure è quest’ultimo che di volta in volta perde quella marcia in più a favore delle altre? La risposta è probabilmente nel mezzo. Come dimostrano le recenti sessioni di mercato, a fronte di offerte irrinunciabili, le vincitrici hanno di buon grado ceduto i loro pezzi pregiati e protagonisti nelle cavalcate (non sempre adeguatamente rimpiazzati), dando modo alle rivali di rinforzare il comparto tecnico. Dunque, in risposta al quesito, si può riassumere che sì, il gap si è ridotto, ma la qualità generale a sua volta ha subìto un downgrade.