Il Derby della Lanterna, la stracittadina tutta genovese che mette di fronte Genoa e Sampdoria, si è trasformato in un autentico teatro di violenza e scontri tra le due tifoserie. Da premettere che le due squadre non si incontravano da ormai due anni, ma già nei mesi scorsi si erano verificati degli atti di violenza come l’accoltellamento di un tifoso genoano a Nervi, il blitz dei rossoblù nella storica sede degli ultras della Samp in Piazza Adriatico (dove sono stati rubati degli striscioni esposti durante la partita). Alla luce di questi precedenti nei giorni precedenti gli allenatori delle due squadre, Gilardino e Sottil, avevano lanciato diversi appelli affinché la stracittadina fosse una festa di sport, ma purtroppo non sono stati ascoltati.
La sfida di ieri sera, mercoledì 25 settembre, valida per i sedicesimi di finale di Coppa Italia, è stata l’occasione per celebrare uno dei derby più famosi d’Italia. Sul campo il match è stato vinto dai blucerchiati ai calci di rigore, dopo che nel secondo tempo Borini aveva risposto al gol dell’attaccante rossoblù Gilardino.Tuttavia quella che doveva essere una serata all’insegna dello sport è stata macchiata dalla violenza. La tensione delle due fazioni si era già avvertita nel pomeriggio, quando la polizia locale è stata costretta a chiudere alcune zone adiacenti allo stadio Ferraris in seguito al lancio di fumogeni in strada da parte di alcuni ultras. i commercianti della zona hanno scelto di chiudere i rispettivi esercizi con largo anticipo rispetto al classico orario.
La situazione sembrava essere stata riportata alla calma ma poco prima del fischio finale sono ripartiti gli scontri che hanno coinvolto anche le forze dell’ordine, che stanno indagando per rintracciare i colpevoli. Le strade del capoluogo ligure sono state teatro di una vera e propria guerriglia urbana dove le opposte fazioni si sono date battaglie con spranghe e bastoni. Il bilancio è di almeno dieci feriti, al quale si somma pure quello di un agente di polizia coinvolto nei disordini del pomeriggio.