Il 20 settembre 2024, Palermo ha dato l’ultimo saluto a Salvatore “Totò” Schillaci, l’indimenticato protagonista di Italia ’90, scomparso mercoledì dopo una lunga battaglia contro il cancro. I funerali si sono svolti nella maestosa Cattedrale di Palermo, con la partecipazione di centinaia di tifosi, amici e familiari. Tra i presenti, anche molte figure illustri del mondo del calcio, tra cui ex compagni di squadra come Giuseppe Giannini e Beppe Bergomi, una delegazione del Palermo Calcio, il presidente della FIGC Gabriele Gravina e l’ex presidente Antonio Matarrese.
Le parole di Giannini
Giuseppe Giannini, ex compagno di Nazionale, ha ricordato Schillaci con affetto: “Totò era un amico umile, sempre sorridente, anche nei momenti difficili. Durante Italia ’90, fu il nostro trascinatore, soprattutto dopo quel gol all’Argentina”. L’evento ha visto anche momenti di grande emozione, come l’uscita del feretro sulle note di “Un’estate italiana”, la colonna sonora delle “Notti Magiche” del Mondiale, in cui Schillaci segnò sei gol diventando capocannoniere.
Il saluto della città
All’esterno della Cattedrale, una folla di persone ha applaudito e salutato il campione siciliano. Tra i portatori della bara, i fratelli di Schillaci, insieme al nipote Francesco Di Mariano, attuale giocatore del Palermo. Il feretro, coperto dalla maglia azzurra della Nazionale e da quella rosanero del Palermo, è stato accompagnato dalla commozione collettiva, mentre la benedizione finale è stata impartita dall’arcivescovo Corrado Lorefice.
L’omelia
Durante l’omelia, monsignor Filippo Sarullo ha reso omaggio non solo al talento calcistico di Schillaci, ma anche alla sua umanità e al suo ruolo come simbolo di riscatto per la città e la Sicilia: “Totò ha mostrato al mondo il volto onesto e sognatore di Palermo, sfatando l’etichetta negativa spesso associata alla nostra terra. È un eroe non solo del pallone, ma anche della vita, un esempio per i giovani.”
La cerimonia si è conclusa con un lungo applauso e cori in onore di Totò, il quale, come ricordato dall’arcivescovo, non ha vinto la sua ultima partita contro la malattia, ma ha trionfato “sul campo dell’eternità”. Schillaci rimarrà per sempre un simbolo non solo per il calcio italiano, ma anche per la sua città natale, Palermo, che non dimenticherà mai il suo eroe.Tra le iniziative postume, una raccolta fondi avviata durante i funerali sarà destinata alla ristrutturazione di un campetto da calcio, che verrà dedicato a Schillaci, permettendo così alla sua memoria di vivere attraverso lo sport e i giovani della sua terra.