Due vittorie convincenti avevano illuso molti, ma poi sono arrivati quei due pareggi per la Juve di Thiago Motta. Una Juve che contro l’Empoli ha smarrito il filo del discorso, non trovando la via del gol. In quelle ultime fasi della partita, quando l’Empoli ha sfiorato il colpaccio in ben due occasioni, si è avvertito un brivido lungo la schiena dei tifosi. Certo, la porta di Di Gregorio e Perin è rimasta inviolata, un piccolo conforto. Ma la fase offensiva? Lì, c’è ancora molto lavoro da fare.
Koopmeiners e Nico Gonzalez sono sbarcati negli ultimi scampoli di mercato, quasi a chiusura del sipario, e subito la pausa nazionali ha messo in stand-by ogni meccanismo di integrazione. Weah è tornato da un infortunio recente, mentre Cambiaso, nella sua consueta metamorfosi tattica, è tornato al vecchio mestiere tra i terzini Douglas Luiz, invece, è ancora in fase di adattamento, cercando quel feeling che spesso è sfuggente. Yildiz, un ragazzo di appena 19 anni, sta vivendo la sua prima vera stagione sotto i riflettori, mentre Mbangula ha appena fatto capolino in quel mondo che chiamiamo calcio dei grandi
Dusan Vlahovic è un attaccante fuori dagli schemi. Il serbo ha un istinto naturale per il gol, è implacabile in area, ma non gli si può chiedere di essere il direttore d’orchestra come un Gonzalo Higuain. È uno di quei centravanti che necessitano del servizio giusto per scatenare tutto il loro potenziale. In questo contesto, Koopmeiners può essere la chiave: un giocatore versatile, capace di inserirsi sia nei due di centrocampo che come vertice alto. Non è il classico trequartista, ma il suo profilo box-to-box offre soluzioni diverse. Locatelli ha più le movenze di una mezzala, mentre Douglas Luiz, pur essendo abile in entrambe le fasi, non ha quel guizzo da numero 10. Ecco, la sinfonia dovrà trovare il suo equilibrio, armonizzando un’orchestra in cui ognuno avrà il suo spartito, ma il direttore dovrà essere in grado di capire come sfruttare al massimo la presenza di un Vlahovic.
I fari creativi di questa squadra rispondono ai nomi di Yildiz e Gonzalez, due talenti ancora da mettere alla prova nei grandi palcoscenici. Gonzalez, con il suo passato alla Fiorentina, ha la dote di portare gol pesanti, ma la vera sfida sarà capire come si integrerà nel complesso mosaico tattico di Thiago Motta. Chico Conceição, invece, dopo un periodo opaco all’Ajax, ha riscritto la sua storia al Porto. Cinque gol in Primeira Liga sono un inizio, ma non ancora un trionfo.
Il nodo della Vecchia Signora, oggi come ieri, si riassume in un quesito tanto elementare quanto intricato: avrà Thiago Motta l’abilità di spremere ogni stilla di talento dai suoi uomini in trequarti? C’è chi sussurra di Yildiz come il nuovo Guler, un astro nascente pronto a irrompere sulla scena, ma non v’è certezza che non possa rivelarsi ancora acerbo, un diamante che necessita di più tempo per la levigatura. La risposta, dunque, si cela nell’enigma del tempo e solo ai posteri spetterà l’ardua sentenza di giudicare le alchimie tattiche di questa Juve di Thiago Motta.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione