Bologna, che succede? Analisi di un inizio difficile

Non è certo questo l’inizio di stagione che si aspettavano i tifosi del Bologna.
3 punti in 4 partite, tanti problemi e un gioco che ancora stenta a decollare sono solo alcuni dei problemi manifestati dai rossoblù.
Vincenzo Italiano si è imbarcato in una sfida difficile, ma di certo nessuno poteva immaginare una differenza tanto grande tra il Bologna dell’anno scorso e quello di queste prime uscite stagionali.

C’è da dire che il calendario affrontato dagli emiliani non era di certo proibitivo.
Udinese, Napoli, Empoli e Como di certo non sono scogli insormontabili per una squadra che tra pochi giorni debutterà in Champions League.
Di queste 4 partite, l’ultima contro il Como è stata la più convincente, grazie alla grande reazione avuta dopo il 2-0 lariano.
Pesa in questo inizio di campionato una serie di fattori molto importanti che rischiano di condizionare la stagione del Bologna.
In primis, i perni della rosa dell’anno scorso sono indisponibili o non sono stati sostituiti adeguatamente.
Tra un Ferguson ancora ai box, Calafiori sostituito da Erlic e Zirkzee rimpiazzato da Castro, i rossoblù perdono tantissimo rispetto all’anno scorso.
L’assenza più pesante è quella di Ferguson, il grande segreto del Bologna 23/24, un giocatore abilissimo in entrambe le fasi e con tanti gol nelle gambe.
Per quanto riguarda i nomi nuovi, Castro può ancora migliorare tanto essendo un giovane.
Un acquisto come quello di Erlic, un giocatore mai famoso per essere una diga insormontabile e forse inadatto al livello, è invece difficile da spiegare.
Tutta la fase difensiva del Bologna risulta fragile e facilmente attaccabile: tutte le squadre affrontate finora hanno creato problemi ai rossoblù.
Anche il Como, che finora è l’avversario più facile con cui ha giocato il Bologna, per oltre 75 minuti ha dominato il gioco.
In generale, questo è stato un punto debole di tutte le squadre di Vincenzo Italiano, che però convive con un altro grande problema: da gennaio 2022, le sue squadre non hanno mai avuto un centravanti di livello.
Italiano, infatti, si mise in mostra durante il girone di andata della stagione 2021/22, la prima alla guida della Fiorentina.
In quei mesi, la Fiorentina risalì dalla bassa classifica fino a posizioni Champions, trascinata da un gioco eccezionale il cui terminale era Dusan Vlahovic.
Il serbo realizzò 17 gol in 23 partite, giocando in una maniera mai più ripetuta finora nella sua carriera.
Con il trasferimento di Vlahovic alla Juventus, le cose cambiarono per Italiano.
Da quel momento, l’allenatore siciliano non ha potuto contare sulla presenza di un grande centravanti.
Da Jovic e Cabral a Kouamè e Nzola, fino ad arrivare a Castro e Dallinga, nessuno di questi è un nome da grande attaccante di Serie A.
Ci sono anche tanti giocatori che devono ancora trovare la piena forma dopo un rientro ritardato dalle vacanze, soprattutto i calciatori impegnati quest’estate agli Europei.
Anche l’infermeria gioca un piccolo ruolo in questa crisi rossoblù; oltre a Ferguson, ci sono altri giocatori fermi ai box.
Holm, El Azzouzi e il neoacquisto Cambiaghi, se reintegrati, possono dare un grande contributo alla causa rossoblù.
La speranza del Bologna ora è che i nuovi acquisti inizino ad integrarsi nell’organismo della squadra e che si trovi una soluzione ai problemi di questo inizio di stagione.
Mercoledì arriva in città lo Shakhtar Donetsk e servirà ritrovare lo spirito e la qualità che tanto ha impressionato lo scorso anno in Emilia.
Chissà se l’aria della notte europea risveglierà una città e una squadra che sembrano aver perso la propria identità.