Il Napoli visto finora è il frutto delle settimane di intenso lavoro svolto in ritiro, nonché di quattro partite ufficiali. Una versione magari in fase di costruzione per quanto riguarda i concetti proposti da Antonio Conte. Quindi non ancora definitiva. Eppure, sembra evidente la direzione intrapresa. A mercato chiuso, l’allenatore ha azzerato le gerarchie, dando fiducia a chi era considerato solo un elemento del supporting-cast. E’ il caso, per esempio, di Pasquale Mazzocchi. Che ultimamente si è visto attribuire un mucchio di responsabilità.
Del resto, da quando l’Uomo del Salento lo impiega con continuità nell’undici di partenza – una prospettiva fino a pochi mesi fa assolutamente impensabile -, il laterale originario di Barra non ha mai smesso di essere utile alla squadra. Ovviamente, assecondando i suoi istinti. Dunque, non riuscendo a manipolare tempo e spazio come Di Lorenzo nell’anno dello scudetto: sorta di pendolino sulla destra, da risultare a tratti letteralmente imprendibile.
Versatile e propositivo
Mazzocchi invece gestisce le tante variabili del ruolo in maniera diversa, garantendo comunque il proprio contributo. In termini di copertura difensiva ed equilibrio nel proporsi in avanti. Nonostante, quando acceleri con la palla, fermandosi e dopo ripartendo, a caccia della via più breve per arrivare sul fondo, veicoli ancora l’impressione di incompletezza. Forse non è un profilo autosufficiente, non avendo doti tecniche così spiccate da stradominare il binario, durante gli attacchi manovrati ed in fase di transizione. Nondimeno, è una risorsa assai versatile.
Capace di scambiarsi con Di Lorenzo e Politano, nella trequarti avversaria, con l’intenzione di disordinare la compattezza altrui: braccetto, laterale ed offensive player che ruotano, in base alla palla. Non è raro che nelle prime tre giornate di campionato il Napoli abbia sviluppato il flusso del gioco a varie altezze. Spesso Politano sia accentrava, posizionandosi nel corridoio intermedio. Mentre Mazzocchi si apriva completamente in fascia, e Di Lorenzo, si buttava dentro in veste di “terzo uomo”, aggredendo la profondità.
Ligio al dovere, con qualche limite
Se Mazzocchi è arrivato dov’è adesso, gli va riconosciuta grande volontà, abbinata a una feroce determinazione. Il classico giocatore “operaio”. Soprattutto ligio al dovere dal punto di vista delle consegne, talvolta addirittura superiori alle sue possibilità, da mettere accanto a (presunti) Top Player, per costruire poi un collettivo vincente. Chiaro che non stiamo parlando del nuovo Cancelo. Palesi, infatti, i limiti nei fondamentali, specialmente se deve creare superiorità numerica nello stretto. Per cui, maggiore è l’ambizione della giocata, complicato che incida sempre con puntualità.
Più facile che possa districarsi in modo scolastico, uscendosene con un buon primo controllo. Sfruttando la progressione di forza seguita dal cambio di direzione, piuttosto che il dribbling secco. In ogni caso, Conte si fida di lui. E tanto basta.
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