Nonostante lo scetticismo della viglia, l’Italia di Luciano Spalletti ha vinto le prime due gare del proprio girone di Nations League. La partita contro la Francia è stata particolarmente convincente. Dopo la rete iniziale dei Galletti, a seguito di un errore di Di Lorenzo, gli Azzurri avevano rivisto i soliti fantasmi. La Nazionale ha poi preso campo e creato pericoli continui agli avversari.
Contro Israele è arrivato un successo meno dirompente ma comunque all’insegna della solidità. La difesa azzurra può vantare alcuni dei migliori interpreti in circolazione. In un periodo in cui i grandi centrali non abbondano di certo, non è azzardato affermare che la difesa dell’Italia non è seconda a nessuno come uomini. La Spagna dei centrali francesi Laporte e Le Normand non è imperforabile. Ha vinto l’Europeo grazie al possesso e a una solidità di squadra che mascherava il livello non impeccabile dei suoi interpreti. Konate e Saliba sono bravi centrali ma contro gli Azzurri hanno patito, prestando inoltre il fianco agli Europei contro attaccanti di grande livello.
Israele ha segnato un gol abbastanza casuale, grazie all’arabo Abu Fani, sfruttando una mischia e un duello vinto di testa su Brescianini. La prestazione contro gli israeliani non è stata ai livelli di quella contro la Francia. D’altronde sono cambiati diversi uomini, ma la squadra ha rischiato poco. Si è confermato Sandro Tonali, elemento che sarebbe servito come il pane agli Europei. Frattesi, calciatore fondamentale, era arrivato con il fiato corto assieme a Barella.
Permane il problema centravanti. Kean ha segnato, ma non ha certo incantato. Nemmeno Retegui è stato particolarmente brillante. E purtroppo non si intravedono all’orizzonte bomber che possano esplodere in vista dei Mondiali, appuntamento a cui non possiamo mancare. Esposito è assolutamente acerbo. Camarda avrà 18 anni nel 2026. Scamacca tornerà nel 2025, potrà essere utile ma non ha le stigmate del campione. In fin dei conti, cosa che molti non avrebbero mai pensato, ci tocca rimpiangere Immobile. Almeno per adesso.
Spalletti ha proposto in diversi frangenti un centrocampista offensivo come sotto punta. Il sottoscritto ritiene Pellegrini un ottimo calciatore avanzato e un mediocre centrocampista. Il suo ruolo non potrà essere che quello. La concorrenza è di Raspadori, calciatore che ha il 3-5-2 nel sangue. Seconda punta, l’ex Sassuolo è un attaccante particolare, in grado di rendere al meglio solo come seconda punta / sottopunta. Non sarà Baggio, Totti o Del Piero ma in un’Italia funzionante può essere un calciatore decisamente utile.
Non eravamo brocchi prima, non siamo fuoriclasse adesso. Come asserito da Spalletti, ci manca il purosangue. La nostra forza, sulla carta, è la difesa. Abbiamo anche un centrocampo competitivo, con diversi calciatori box to box di livello internazionale. Poche nazionali vantano esterni sinistri come i nostri. Il problema è, purtroppo, legato alla qualità.
Spalletti è un tecnico di campo e ha avuto meno di un anno per preparare la Nazionale agli Europei. I risultati sono stati deludenti ma è stato giusto confermarlo. Il suo operato va visto “a regime”. Nessuno gli chiede di vincere il Mondiale. Purtroppo non ha nemmeno la qualità su cui poteva contare Mancini nel percorso che ha portato alla vittoria di Euro 2020. Dispone tuttavia di calciatori sufficientemente bravi per qualificarsi ai Mondiali e compiere un buon percorso, magari uscendo contro una squadra particolarmente forte.
Sembra che manchi solo l’attaccante, la rosa non è lunghissima in termini qualitativi. La speranza è che il campionato consegni al CT altri elementi validi e che esploda un centravanti. Fatto sta che stiamo ritrovando un’identità, che la squadra è unita e coesa. Dopo il fortunoso gol di Israele, gli Azzurri hanno tenuto palla senza farla vedere agli avversari e prendendo diversi falli. Ciò sarebbe stato impensabile solo due mesi e mezzo fa.
Spalletti può dire di stare iniziando a plasmare la “sua” Italia. Il percorso con la sua mano è iniziato dalla gara contro i francesi. L’importante è mantenere una coerenza nelle scelte tattiche. Mancini ha trovato l’alchimia molto presto e non è tornato più indietro. A Spalletti spetta mantenere la solidità difensiva, sperando che il campionato consegni calciatori di qualità tra gli avanti.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione