A pochi giorni dalla chiusura ufficiale della sessione estiva di calciomercato la lista degli svincolati è lunga e ricca di nomi altisonanti che si fa fatica a vederli senza una squadra. Da Mats Hummels, che è in trattativa con la Roma e la fumata bianca potrebbe arrivare nelle prossime ore, al centrocampista francese Adrien Rabiot fino ad arrivare Ivan Perisic e M’baye Niang. Tra questi c’è anche Antonio Candreva, l’esperto centrocampista offensivo rimasto svincolato dopo l’esperienza con la Salernitana. Nella passata stagione, a 37 anni suonati, è stato uno dei calciatori più incisivi della compagine granata nel travagliato campionato concluso con la retrocessione in Serie B, avendo messo a segno in trentaquattro partite sei gol e sette assist.
In estate, Candreva, ha rescisso il contratto con il club campano e nonostante i numeri sulla carta d’identità ma per lui il ritiro sembra essere ancora lontano e non sono state poche le squadre che si sono interessate all’highlander del calcio italiano. In primis la Lazio, sua ex squadra che negli ultimi mesi ha compiuto una vera e propria rivoluzione dell’organico, che ha pensato ad un romantico ritorno di fiamma. E poi ancora squadre come Monza, Empoli e Cagliari. Tuttavia il calciatore classe 1987 non si è ancora accordato con nessun club ma non è da escludere che nel breve periodo non arrivi una chiamata dal momento che i giocatori svincolati possono firmare un contratto in qualsiasi momento e, in particolare, un giocatore con le caratteristiche e l’esperienza di Candreva può sempre tornare utile.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport Antonio Candreva ha parlato della sua condizione di svincolato, di seguito le dichiarazioni dell’ex centrocampista di Lazio e Inter riportate dal sito Fantacalcio.it.
“Ho passato l’estate come fossi in ritiro. Mi sono allenato con un preparatore. Ora lo faccio a Milano. Chiaro che toccare il pallone da solo è diverso da fare un allenamento in gruppo. Non sono abituato a stare in attesa. Mi manca la quotidianità, lo spogliatoio, i tifosi, l’avversario. Ma il fuoco dentro è acceso.
Il calcio è la mia vita. Sono convinto di poter dare molto. Non ho staccato il cervello. Voglio giocare, cerco un club che mi stimi e che mi stimola. Cosa dice il GPS? Che vado ancora forte come uno di 28 anni, non come uno di quasi 38. In chi mi rivedo oggi? Forse Chiesa, quando ama giocare facendo forte la fascia in un 4-4-2 o in un 4-3-3″.