Ruud Gullit, il leone rastafariano che ha ruggito nel calcio mondiale

Oggi, 1 settembre 2024, Ruud Gullit spegne 62 candeline. Ma la sua fiamma arde ancora luminosa nei cuori degli appassionati di calcio, che ricordano le sue treccine al vento, il suo fisico possente e la sua classe immensa. Gullit non è stato solo un calciatore, ma un’icona, un simbolo di un’epoca d’oro del calcio, un pioniere che ha abbattuto barriere e pregiudizi.

Nato ad Amsterdam da padre surinamese e madre olandese, Gullit ha incarnato la multiculturalità di una nazione in piena evoluzione. Ha iniziato a giocare a calcio per strada, affinando la sua tecnica e la sua visione di gioco. Ha esordito giovanissimo nell’Haarlem, poi è passato al Feyenoord, dove ha vinto il suo primo campionato olandese. Ma è stato al PSV Eindhoven che ha raggiunto la consacrazione, conquistando due titoli nazionali e mettendosi in luce come uno dei migliori centrocampisti d’Europa.

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Nel 1987, Silvio Berlusconi lo ha portato al Milan, insieme a Marco van Basten e Frank Rijkaard, formando il leggendario trio olandese che ha dominato il calcio italiano e mondiale. Gullit ha vinto tutto con i rossoneri: tre scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, due Supercoppe Europee e tre Supercoppe Italiane. È stato eletto Pallone d’Oro nel 1987 e ha guidato la nazionale olandese alla vittoria dell’Europeo 1988, segnando un gol memorabile in finale contro l’URSS.

Gullit era un calciatore completo, capace di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e dell’attacco. Era forte fisicamente, elegante tecnicamente, intelligente tatticamente. Aveva un tiro potente e preciso, un dribbling ubriacante, un colpo di testa letale. Era un leader carismatico, un trascinatore, un combattente. Era anche un personaggio fuori dal campo, con la sua personalità eccentrica, il suo look stravagante, le sue dichiarazioni provocatorie.

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Dopo il Milan, ha giocato nella Sampdoria, dove ha vinto una Coppa Italia, e nel Chelsea, dove ha iniziato la sua carriera da allenatore. Ha guidato i Blues alla vittoria della FA Cup nel 1997, diventando il primo allenatore straniero a vincere un trofeo in Inghilterra. Ha allenato anche il Newcastle, il Feyenoord, il Los Angeles Galaxy e il Terek Grozny.

Oggi, Gullit è un opinionista televisivo e un ambasciatore del calcio. È rimasto un uomo libero e indipendente, che non ha mai rinunciato alle sue idee e ai suoi valori. È un esempio per le nuove generazioni di calciatori, che possono ispirarsi alla sua storia di successo e di riscatto.