Il figlio di Ronaldinho giocherà nel Regno Unito

La parabola calcistica di João Mendes, rampollo del fuoriclasse brasiliano Ronaldinho, sembra destinata a percorrere sentieri ben più tortuosi rispetto a quelli solcati dal genio paterno. Giunto a 19 anni e mezzo, età in cui i talenti cristallini già irrompono sulla scena internazionale, João pare invece destinato a un prestito al Dundee United, modesta compagine scozzese. La scelta appare quasi obbligata, giacché il ragazzo, finora, non ha mostrato in alcun modo quelle stigmate del campione che ci si potrebbe aspettare da un erede di tal lignaggio.

Il passaggio dal Burnley al Dundee United potrebbe essere l’ultima spiaggia per un giovane che, a dispetto del cognome altisonante, non è riuscito ancora a imporsi. E qui viene in mente il celebre detto popolare: “Non è tutto oro quel che luccica”. L’essere recentemente riconosciuto dal padre ha senz’altro acceso qualche riflettore mediatico su di lui, ma la realtà del campo è spesso cruda e non fa sconti a nessuno, nemmeno ai figli d’arte.

La realtà, fredda e implacabile, ci racconta di un ragazzo che, fino a oggi, non ha saputo nemmeno lontanamente emulare le magie del padre. Di Ronaldinho, João sembra avere ben poco, né il tocco vellutato, né la visione di gioco, né tantomeno quella capacità di decidere le partite con un solo gesto tecnico, un guizzo di pura classe. Il talento non si eredita per diritto dinastico, e questo giovane brasiliano ne è una prova. Il calcio, dopotutto, è giudice severo, e nel giudizio su João Mendes ha già espresso la sua sentenza, che sa più di condanna che di promessa.

Il futuro in Scozia, tra le nebbie e il freddo dei campi di periferia, sarà il banco di prova per un ragazzo che dovrà lottare contro l’ombra ingombrante del padre e contro il suo destino calcistico. Ma, al di là dei legami di sangue e delle aspettative, resta la triste constatazione: il giovane Mendes sembra destinato a rimanere un nome, più che una figura indelebile nella storia del calcio.