Ai microfoni di Tele Radio Stereo è intervenuto l’ex direttore sportivo della Roma Walter Sabatini, ecco le sue parole.
Buonasera direttore Walter Sabatini, ieri abbiamo sentito Radja Nainggolan che l’ha incensato, un giocatore con quelle caratteristiche è raro. Noi a Roma stiamo cercando quel tipo di calciatore da tanto tempo. È giusto secondo lei?
Sabatini: Lo so bene, spero che la Roma lo trovi questo tipo di giocatore. Ne ha bisogno l’allenatore, ne ha bisogno la squadra. Ci vuole un calciatore che strappi dentro il campo, che vinca duelli, che incrementi un po’ la velocità del recupero palla. Insomma, tante cose che conosciamo e i tifosi della Roma conoscono perfettamente. Spero che lo possano trovare francamente.
Può essere quel tipo di giocatore Manu Koné che sembra attenzionato dalla Roma?
Sabatini: Sì, assolutamente sì. È un giocatore che mi piace molto. Può essere tranquillamente equiparabile per caratteristiche. È un giocatore che ha una grande forza, ha ticchi di velocità importanti, sulle frazioni di corsa. È un giocatore che raggiunge anche i 30 km orari. Quindi sarei veramente felice se riuscissero a prenderlo.
La concorrenza è tanta, però questo è un giocatore che veramente andrebbe a colmare un gap che qui abbiamo mancato di colmare con Wijnaldum. Siamo stati molto sfortunati con Renato Sanchez che forse non era la scelta più lungimirante.
Sabatini: No, assolutamente. Sono giocatori che sono, per la loro storia individuale, per questioni di poca fortuna o altro, sono usurati, quindi poi la tipologia non è quella. Renato Sanchez, nella migliore delle ipotesi, può essere considerata una mezzala. Qui si sta parlando di mediani, di centrocampisti a grande raggio, di corsa e di territorio, di dominio del territorio.
Da lei che è direttore sportivo volevo chiedere di Florent Ghisolfi, che è il nuovo direttore sportivo della Roma, se lei lo conosce, che opinione ha?
Sabatini: No, lo conoscevo solo di nome, ma io gli darei tempo, perché è un ragazzo giovane, ha lavorato solamente in Ligue 1, quindi è ovvio che ha bisogno di adattarsi un pochettino, come i calciatori hanno bisogno di adattarsi alla nuova squadra. Lui ha cambiato il mercato, gli interlocutori, quindi gli va dato tempo, e modo, perché ha sempre lavorato bene, comunque conosce il mercato dei giovani, solo bisogna dargli la possibilità di sbagliare, come a tutti, perché noi in Italia prendiamo ogni sconfitta come un dramma, e a ogni sconfitta si vorrebbe rifare la squadra, cambiare il direttore sportivo e l’allenatore, è un vizio italiota, sarebbe meglio stare un pochino più tranquilli e sereni, e cambiare la cultura della sconfitta, anche la sconfitta può essere accettata con il risultato del campo, non celebrata naturalmente, ma accettata.
Nelle analisi di chi parla di calcio, lei ha rimarcato la necessità anche di avere il dolore della sconfitta.
Sabatini: Assolutamente, se non c’è dolore per la sconfitta vuol dire che non ci sono i calciatori, perché per i calciatori le sconfitte sono insopportabili, così per i grandi atleti, i grandi sportivi, quindi il dolore vero acuto per una sconfitta non deve trasformarsi in una tragedia, però il dolore deve essere un dolore proprio fisico, perdere le partite è un fatto grave, un fatto che i calciatori devono sentire sotto la loro pelle, basta guardare la faccia dei bambini quando si perdono le partite.
È rimasto stupito dall’emozione, dall’entusiasmo generato dalla decisione di Dybala di rimanere alla Roma? Il popolo romanista ha risposto come se avesse comprato di nuovo Dybala.
Sabatini: Sì, questa è la grande caratteristica del tifoso romanista, è capace di grandi emozioni. Credo che sia stato determinante nella decisione di Dybala questo aspetto, perché Dybala l’ha avvertito sempre; quindi, non si è trattato di una manifestazione intrinseca, si è trattato di un amore che è sempre stato conferito al giocatore. Sono contento proprio per i tifosi romanisti, avrebbero considerato una beffa perdere Dybala così presto. Poi il ragazzo deve volare alto e rinunciare a tutti quei soldi per sensibilità e per amore per la propria squadra, per la propria città, non è una cosa di tutti i giorni.
Può aprire un precedente Dybala con questa sua scelta?
Sabatini: Certo che può essere un precedente, perché poi tutti i grandi calciatori sapranno che se andassero a prendere una decisione del genere, comunque non sarebbero stati i primi, c’è stato qualcuno prima di loro. Credo che sia un precedente importante.
Noi sappiamo del suo amore per Dybala, che risponde esattamente ai canoni anche del giocatore esteticamente a giocatori che non possono non entrare nel cuore di Walter Sabatini.
Sabatini: Certo, è un piacere, perché proprio così ho una grande necessità di colmare il mio senso estetico da un punto di vista calcistico. Quando vedo fare cose lì davanti, da un punto di vista tecnico, ancora oggi mi emoziono. Soprattutto mi emoziono se sono i miei calciatori a farlo. Se devo vedere farlo agli avversari mi emoziono un po’ meno.
Sulla scorta delle sue emozioni, Soulé è quel tipo di giocatore lì? Va a toccare quelle corde lì?
Sabatini: Sì, assolutamente sì. Soulé è un giocatore esteticamente apprezzabilissimo, ma anche molto molto efficace. Perché è un giocatore mortifero. Quando fa una scelta, un dribbling, una palla passante, una palla su un corridoio, è veramente un giocatore di grandissimo livello. La Roma ha fatto benissimo a prenderlo. È uno dei pochi talenti scintillanti veri che sono in questo momento nel panorama della Serie A. È un’operazione importante. Sono stati bravi in questo caso, devo dire, anche bravissimi.
Ha dei dubbi sulla coesistenza tattica in campo di Soulé e Dybala? O i campioni lo spazio in campo lo devono avere sempre?
Sabatini: Sì, i campioni vanno sempre d’accordo dentro il campo, perché i problemi di scarsa coesistenza esistono solo quando i giocatori sono mediocri. Ma nel caso di Soulé e Dybala non credo che si correrà questo rischio. Poi ci penserà De Rossi a trovargli la collocazione, i tempi e i modi giusti. Sono due giocatori forti però.
De Rossi, oggi in conferenza stampa, ha dettato un po’ le linee guida tattiche per la coesistenza, ha detto 4-3-3. Come piace a me, con gli esterni molto vicini alla linea del fallo laterale da una parte all’altra, non si può fare con loro due, ma si può fare un 4-3-2-1, un albero di Natale e loro due sottopunta rispetto a Belotti.
Sabatini: Ah, rilanciamo il vecchio albero di Natale di Ancelotti? Sì, sì. Sì, però ha ragione, ci vorrà capire bene la distribuzione anche dei metri da correre per non tenerli troppo lontani dalla porta. Ma in questo De Rossi non si è mai risparmiato, lavorerà per ottenere il meglio da tutti e due.
Sembra che siano molto vicino a Kevin Danso, il difensore centrale del Lens, vorrei sapere una sua opinione sul calciatore, se lo conosce.
Sabatini: Sì, è un giocatore forte, magari non è il più forte in circolazione, però è un giocatore forte. Poi credo che De Rossi e il suo staff l’abbiano studiato a fondo. È un pochino irruento, a volte qualche guaio lo combina, però è un giocatore muscolare, è un giocatore che ci sta, dovrà capire i tempi e i modi del calcio italiano, ma c’è la sostanza.
Può ricordare il primo Rudiger che lei portò con una grande intuizione qui a Roma?
Sabatini: Beh, Rudiger è un giocatore che all’inizio ha generato qualche perplessità, perché era disordinato in tutte le sue manifestazioni, la corsa, il contatto, però era un giocatore, intanto, con un carattere straordinario, cioè era un antagonista puro, lui giocava contro qualsiasi avversario sempre al massimo delle sue possibilità, e anche in allenamento faceva paura ai compagni di squadra. Ha dato delle grandi soddisfazioni, Rudiger. Quando ha alzato la Champions con il Chelsea e ha detto “Forza Roma”, veramente è stata l’apoteosi per me.
Dovbyk, le piace l’attaccante preso dalla Roma dal Girona?
Sabatini: Beh, è un giocatore che ha delle qualità, anche fisiche voglio dire, oltre che tecniche. Certo deve fare i gol, perché non basta giocare bene quando sei centravanti della Roma, devi fare i gol, ma li ha sempre fatti, quindi li farà anche quest’anno.
Pellegrini: amato e contestato, il capitano della Roma divide. Lei che ne pensa?
Sabatini: Sì, Roma è senza mezze misure e le motivazioni sono misconosciute, però Pellegrini è un giocatore di grande qualità. chiaro che lui ha bisogno di una squadra, perché è un giocatore che per essere a suo agio dentro il campo ha bisogno di gente che si abbia gamba, muscoli e resistenza e allora risalterebbero le sue qualità, però non penso che debba mai essere messo in discussione perché altrimenti diventa difficile fare il calcio, se anche Pellegrini deve essere messo in discussione allora bisogna puntarsi sul calcio femminile, perché il calcio di Serie A diventa impossibile da frequentare. Perché Pellegrini ha tutte le qualità di un giocatore importante, intanto ha quei 7-8 gol a campionato che sono determinanti, poi ha la capacità di leggere le linee di passaggio e interpretarle che si vuole da Pellegrini, perché è così contestato come in vita”
Siamo fiduciosi direttore sulla Roma direttore?
Sabatini: Io sì, io sono fiducioso, sono grande fiducia in Daniele, però come ho detto prima non si devono sedere sul recupero di Dybala, perché il dietrofront di Dybala diventi decisivo bisogna che la Roma completi la squadra con due o tre giocatori importanti.
Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.