La prima giornata di campionato per la Juventus non è mai una questione ordinaria, ma questa volta, l’incontro con il neopromosso Como portava con sé un fascino tutto particolare, una sfida tra vecchie glorie e nuovi talenti, un confronto tra tradizione e ambizione. I bianconeri, reduci da un’estate di rivoluzioni tattiche e tecniche, presentano ai loro tifosi i nuovi volti di Di Gregorio, portiere dall’istinto felino, Khephren Thuram, giovane e poderoso centrocampista con il DNA calcistico di un campione, e Douglas Luiz, brasiliano dal piede educato e dalla visione di gioco lucida. Thiago Motta ha deciso tuttavia di puntare sul giovane Mbangula, lasciando in panchina il brasiliano.
Di fronte, il Como è tornato a calcare i campi della massima serie, con la determinazione di chi non vuole essere solo una comparsa. Pepe Reina, che di battaglie in campo ne ha viste tante, Alberto Moreno, abituato ai palcoscenici più importanti, e Andrea Belotti, il “Gallo” che non smette mai di cantare. In panchina Cesc Fàbregas, centrocampista sublime diventato allenatore, alla guida di una squadra che in Varane avrebbe trovato il suo leader difensivo, ma che dovrà rinunciarvi fino alla sosta. Fabregas ha optato per la coppia Cutrone-Belotti.
I Lariani si sono dimostrati volitivi e hanno tenuto il pallino del gioco ma la Juve ha sorpreso la squadra di Fabregas sfruttando la maggiore qualità. Le reti nel primo tempo sono state proprio di Mbangula e poi di Weah. Il belga si è accentrato e, dal limite dell’area, ha fatto partire un destro che ha superato Reina. Bordata di Weah per il 2-0 pochi minuti dopo un legno di Vlahovic.
Il canovaccio tattico nel secondo tempo non è cambiato. Il Como non è riuscito a creare pericoli alla retroguardia della squadra di Motta. Juve che ha segnato poi il 3-0 con Cambiaso nel finale. Squadra bianconera imbottita di giovani, diversi dei quali provenienti dall’Under 23. Savona è stato un altro elemento a esordire. Altra squadra, altro gioco, rispetto a quella di Allegri. Tanti fraseggi nello stretto, squadra che si è mostrata a proprio agio nell’impostare il gioco, gestendo in maniera agevole le fasi di non possesso.
Como che è un cantiere apertissimo e ha bisogno di ben altro per poter ambire a una posizione di classifica tranquilla. Varane è stato il grande nome sul mercato ma non era disponibile. Sarebbe cambiato poco, in quanto la squadra di Fabregas dispone di diversi calciatori da Serie B o bassa Serie A in vari reparti. Fondamentali almeno 3-4 acquisti di categoria. Complimenti meritatissimi alla Juve dei giovani ma il Como attuale è pochissima cosa. Nel frattempo Motta è consapevole che chi ben comincia è a metà dell’opera.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione