Il calcio azzurro sta subendo delle diverse mutazioni in negativo. Molti italiani (e non) si stanno allontanando da questo sport che oramai è diventato business (nel cattivo della parola). Le soluzioni da intraprendere sono diverse e quelle che si stanno ipotizzando stanno dando l’impressione di non essere ideali. A causa delle scarse riforme per la realizzazione di nuovi stadi, gli ammodernamenti delle infrastrutture e i contratti televisivi, il calcio italiano deve mutare e alla svelta. Il mondo del pallone all’Estero è in costante movimento e le riforme che dovrebbero esser prese dalle autorità governative sono state già prese in altri paesi europei. Bisogna dare una grossa accelerata per mantenere la scia di tali campionati e le prossime convocazioni saranno importanti per dare la decisiva scossa.
Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, durante l’audizione sulle prospettive di riforma del calcio italiano in Senato, ha parlato delle criticità del sistema, come ha riportato l’ANSA: L’obiettivo è rendere il sistema credibile mettendo in relazione competitività e sostenibilità. C’è una visione comune di come dovrebbe svilupparsi il sistema calcistico, un settore che deve consolidare i suoi profili di credibilità e reputazione, oltre agli aspetti competitivi a livello industriale. Della necessità di trovare equilibri che non solo rappresentino la capacità di apporto economico, ma anche sportivo. La serie A ridistribuisce ogni anno circa 130 milioni alle altre categorie: vedremo come questa percentuale si comporrà dopo la riformulazione della nuova norma sui diritti audiovisivi e sulla mutualità di sistema. Entro la fine dell’anno cercherò di elaborare una bozza, che sarà oggetto di confronto parlamentare, della nuova legge Melandri”.
Giornalista per passione, sportivo per lavoro. Seguo lo sport a 360° e mi diletto solo a guardalo. Tifoso ma non troppo, analista e critico sul gioco. Amante della Formula1 , del ciclismo e del calcio…. guardato!