Cosa spettarsi dal ballo delle punte, in attesa che Osimhen sblocchi Lukaku

Il Napoli balla sulle punte. Ma questa volta c’entra poco il luminoso contributo offerto alla danza dalla prestigiosa scuola del Teatro San Carlo. Più prosaicamente, gli azzurri hanno un problema con l’attacco, col mercato ancora apertissimo, a solo una settimana dall’esordio ufficiale in Coppa Italia, contro il Modena. La soluzione dell’annoso dilemma legato al centravanti è ben al di là da venire. Nel frattempo, incombe il campionato. Con tutto quello che ne consegue in termini di incertezza e roster incompleti. L’impressione che sia sufficiente la caduta di una tessera del domino, per innescare un effetto a catena, appare evidente.

E se gli addetti ai lavori immaginavano che dovesse essere Victor Osimhen a dare origine alla sequenza di operazioni a cascata, il terribile infortunio capitato a Gianluca Scamacca – rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro -, potrebbe cambiare le carte in tavola. Sbloccando alcune situazioni che avremmo potuto definire anche di contorno. Adesso cambiano radicalmente i piani dell’Atalanta. Con la necessità della Dea di trovare quanto prima un sostituto adeguato, che andrebbe ad intrecciarsi con la strategia della società di De Laurentiis.

Le amichevoli estive hanno mandato un chiaro messaggio ai naviganti. Raspadori sembra l’indiziato principale a prendere il posto di Osimhen sabato sera. Destinando così alla panchina Giovanni Simeone. Uno che per caratteristiche tecnico-tattiche si sposerebbe invece benissimo col calcio di Gasperini. Perché in grado di garantire peso negli ultimi sedici metri, facendo a sportellate coi difensori. Nonché offrirsi come sponda in funzione degli inserimenti dei compagni. Trascurando per un attimo i motivi che spingerebbero il club partenopeo a privarsi dell’unico centravanti posizionale in organico, l’affare (potenziale…) ha inevitabilmente dei pro: El Cholito vuole continuità e minutaggio. Inoltre, ci sarebbe il direttore dell’area tecnica, Tony D’Amico, a caldeggiarne l’arrivo in nerazzurro. Visto che hanno già condiviso una proficua esperienza professionale col Verona. Ma pure dei contro. L’argentino, infatti ha un ingaggio decisamente fuori budget per gli orobici.

A ingarbugliare maggiormente il mercato degli attaccanti, in questo torrido agosto, le indicazioni che arrivano dalla Premier League. Scartata l’ipotesi affascinante, nondimeno improponibile nella realtà, relativa al prestito di Osimhen, il Chelsea vira con forza e determinazione su Samu Omorodion, reduce dalla stagione all’Alavés, ma di proprietà dell’Atlético Madrid. Una trattativa imbastita sulla base di 50 milioni di euro. Nel frattempo, Julián Álvarez è scontento del suo utilizzo. Non deve essere sicuramente facile per il “nove” dell’Albiceleste, Campione del Mondo nel 2022 e del Sud America qualche settimana fa, accontentarsi delle briciole lasciategli da Haaland. Secondo i soliti bene informati, dunque, il suo procuratore, Fernando Hidalgo, avrebbe in agenda un appuntamento col PSG. Ovvero, proprio chi è interessato a strappare Osimhen al Napoli. Sullo sfondo, ma defilato, c’è l’Arsenal. Stuzzicato dall’idea di entrare in concorrenza coi parigini per la punta del Manchester City.   

Insomma, i centravanti capaci di spostare gli equilibri sono pochi. Perciò ricercatissimi. In questo scenario, nonostante Osimhen e Lukaku aspettino solamente un cenno dai loro manager, il Napoli pare titubante nel definire il futuro della sua prima linea. Nient’affatto interessato a concedere uno sconto consistente al PSG rispetto alla clausola rescissoria da 130 milioni. E neppure ingolosito dai nomi (uno a scelta tra Kolo Muani e Gonçalo Ramos) messi sul piatto in qualità di parziale contropartita tecnica.

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