Lo scorso agosto José Mourinho aveva dichiarato: “La Roma non mi ha appoggiato sul caso Taylor, è la cosa più triste. Gli arbitri? In Italia non mi sento più a mio agio”. Dichiarazioni che avevano lasciato presagire una stagione che non sarebbe andata nel migliore dei modi.
Il furto con scasso subito nella finale di Europa League contro il famigerato Siviglia è stato determinante in negativo. La Roma non ha potuto effettuare il mercato che avrebbe voluto. Mourinho non ha gradito il mancato appoggio della società. Quest’ultima non è stata in grado di mettergli a disposizione una rosa competitiva. Gli strascichi sono stati evidenti e la prima metà di stagione è stata negativa.
L’inizio era stato pessimo, poi Lukaku aveva fatto risalire la china alla squadra. Sono arrivati poi risultati deludenti, ultimi dei quali la sconfitta nel derby di Coppa Italia e quella di San Siro contro il Milan. I Friedkin hanno quindi deciso di cambiare allenatore.
I risultati in questi due anni e mezzo non sono arrivati. Tuttavia quella finale di EL grida vendetta. I detrattori obiettano affermando che la squadra giallorossa aveva raggiunto la finale con una serie di colpi di fortuna. In parte vero, ma è oggettivo che nella gara del 31 maggio la Roma e Mourinho siano stati defraudati. Oltre al clamoroso rigore negato, l’arbitraggio di Taylor è stato a senso unico per il solito Siviglia, non al primo trofeo rubato. Si ricordi il vergognoso furto ai danni del Benfica nel 2014.
Nonostante il VAR certi arbitri non hanno vergogna. Una direzione di gara che ha falsato una finale, rovinando stagione e progetti ai giallorossi. La Roma non meritava di vincere la coppa per il gioco espresso nella competizione, ma in finale è stata defraudata, quindi il discorso del non gioco viene a cadere.
Il sottoscritto è un mourinhano della prima ora e lo segue con passione dagli anni del Barcellona. Ha sue foto e suoi libri. Non gli ha lesinato tuttavia critiche, soprattutto per questi due anni e mezzo alla Roma. Il gioco è stato obiettivamente insufficiente. Non belle le eccessive polemiche con tutto e tutti, nonché gli attacchi alla squadra.
Eppure va fatto un distinguo. Una cosa non esclude l’altra. Il bilancio dell’avventura di José Mourinho alla Roma è deludente. La piega dell’avventura sarebbe stata ben diversa se in finale l’arbitraggio fosse stato regolare. Disputando la Champions, oltre a Lukaku, la Roma avrebbe potuto acquistare un altro paio di giocatori ed essere maggiormente competitiva.
Probabile ennesimo anno senza Champions. Obiettivamente non possiamo non addossare colpe a Mourinho, fermo restando che quelle principali sono da attribuire alla dirigenza per le scelte. Colui che ha messo i bastoni tra le ruote alla crescita della Roma dei Friedkin è un arbitrucolo inglese, che a Trigoria malediranno sempre…
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione