Osimhen contro Lautaro sono i due giocatori che possono fare danni inenarrabili questa sera. Entrambi occupano la stessa zona di campo, anche se su fronti opposti, a distanze siderali l’uno dall’altro. Eppure, la loro capacità di inventarsi qualcosa negli ultimi sedici metri, sorprendendo l’avversario diretto, così da spostare gli equilibri, sarà probabilmente il duello chiave di Napoli–Inter.
Del resto, il nigeraino è il capocannoniere della Serie A 2023-2024; l’argentino sta facendo di tutto per candidarsi a diventarlo nell’annata in corso. Anche se appare evidente come questo avvio di stagione sia stato caratterizzato dalla famelica voglia di gol palesata da Lautaro. Che ha stradominato in campionato, approfittando della versione altalenante dell’Osimhen attuale, rallentato da numerosi problemi fisici.
Insomma, in queste grandi sfide, sostanzialmente assai equilibrate, i Top Player possono sempre fare la differenza, risultando alla fine decisivi. Quindi Mazzarri e Inzaghi affideranno proprio ai centravanti attualmente considerati i più forti d’Italia le sorti della gara. Partendo da una premessa di tipo squisitamente tattico: i due allenatori hanno filosofie e sistemi di gioco diversi, che influenzano ovviamente il modo di muoversi e interpretare il ruolo.
In effetti, mentre il nove in maglia azzurra è il classico centravanti nato, il numero dieci nerazzurro si trova bene anche come seconda punta. Non a caso, in passato s’è destreggiato egregiamente a supporto di Dzeko o Lukaku. Uno scenario che contribuisce ad arricchire pure i compagni di reparto. Per esempio, l’argentino sta formando una coppia d’attacco perfetta con Thuram: il francese ha una intelligenza calcistica che trasforma la sua visione di gioco in letture, specialmente in verticale, difficili da assorbire per chiunque.
Il pieno recupero di Osimhen dovrebbe liberara Kvaratskhelia dal peso esclusivo di dover reggere da solo la responsabilità della prima linea partenopea. Infatti, è indubbio che gli avversari devono curare contemporaneamente il mortifero uno contro uno del georgiano, oltre a marcare il nigeriano, devastante nell’andare con feroce determinaziona in profondità.
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