19 Maggio 2025

Lazio, Patric: “Con il Bologna sarà difficile. Non ho guardato il rigore di Immobile perchè sono passionale”

Alla vigilia del match contro il Bologna, il tecnico bianco celeste Maurizio Sarri non è intervenuto in conferenza stampa. Al suo posto ha parlato il difensore Patric, autore di una super stagione.

Ora si gioca tanto: il Bologna, la Champion e poi il derby.
“Ormai il calcio di oggi è così, si gioca sempre e tanto. Sarà una settimana fondamentale, ci giochiamo tanto, ma ora conta il Bologna. Sarebbero tre punti uguali agli altri. Loro stanno facendo una buona stagione, sarà difficile. Alla mia crescita ha contribuito anche il mister, con la sua idea di calcio. Il mio passato a Barcellona, con un’idea simile di calcio, mi ha aiutato. È una delle ragioni per cui sono voluto rimanere qui quando ero in scadenza”.

Il miglior Patric con la Lazio.
“Sì sono contento, sono migliorato. Mi piace parlare di più del secondo aspetto. La mente gioca un ruolo fondamentale. A volte, quando siamo giovani, il troppo entusiasmo ci fa commettere degli errori”.

Sul Bologna.
“Squadra molto organizzata, stanno prendendo pochi gol. Avanti hanno giocatori forti, da Orsolini a Zirkzee. Questa squadra da quando ha Motta ha una grande identità e sta facendo delle grandissime cose”.

Inizio complicato, ora trovata continuità.
“Ancora ci chiediamo perché le prime due partite contro Lecce e Genoa siano andate così. Abbiamo sbagliato anche sulla prestazione. Poi dopo abbiamo sempre fatto bene in campo. La sconfitta con il Feyenoord ci ha fatto capire che non possiamo mai rilassarci. Non dobbiamo sottovalutare alcun momento, nel calcio di oggi è difficile ogni partita”.

Sull’ottavo pallone d’oro a Messi.
“Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui tante volte. Non ci sono parole per descriverlo, nessuno si è avvicinato al suo talento in questa decade”. 

Il click mentale avuto.
“Venivo da una buona stagione, quella interrotta dal Covid che eravamo secondi. Non ho mai parlato di queste cose, ora ho l’opportunità di farlo. Ho sofferto tanto quando sono stato a casa da solo. Dal nulla ho cominciato ad avere problemi di depressione e ansia, tutto è diventato buio. Così ho cominciato a lavorare con un mental coach e con altri esperti fuori. Ho dovuto fare la mia peggior stagione alla Lazio, giocando sempre perché Luiz Felipe si era fatto male, per crescere. Potevo mollare, ma non l’ho fatto. Adesso sono contento dell’uomo che sono diventato”. 

Il rigore di Immobile e la motivazione di non averlo guardato.
“Io sono uno molto passionale, certe volte faccio cose che non mi appartengono. Quando mi rivedo mi vergogno anche. Quindi non lo so perché l’ho fatto, ma è stata una reazione spontanea. È stato bellissimo vedere la gente esplodere al momento del gol”.

Sui nuovi arrivati.
“Li vedo molto bene. Sono arrivati giocatori con tante presenze, giocatori maturi. Ci sta che qualcuno ci metta qualche mese a prendere il ritmo del calcio italiano. Sono ragazzi che soprattutto sono sempre concentrati durante gli allenamenti. Piano piano stanno prendendo la mano, chiedono sempre per poter imparare”.

Sulla Nazionale.
“Da giovane al Barcellona giocavo da mediano ma eravamo tanti e poi mi hanno spostato sull’esterno. Con Inzaghi dal nulla ci siamo trovati a giocare nel 3-5-2, non sono per niente un esterno destro. Poi è vero che piano piano mi ha messo nella difesa a tre con Inzaghi e mi sentivo meglio”.

Luis Alberto mai convocato in Nazionale.
“Si dice sempre che il calcio italiano è molto diverso da quello italiano, ma non è vero. Guardano di meno i calciatori che giocano qui e pensano di più quelli in Spagna”.