• Tempo di lettura:2Minuti

In occasione di Inter-Fiorentina ha parlato nel matchday Programme l’attaccante Adriano Leite Ribeiro, autentico bomber brasiliano che nel corso della sua carriera ha vestito sia la maglia nerazzurra che quella viola. Approdato a Milano dal Flamengo all’età di 19 anni nell’estate 2001, la prima apparizione di Adriano in nerazzurro risale al 14 agosto 2001 in occasione del Trofeo Bernabeu contro il Real Madrid, dove al 93′ ha realizzato il suo primo gol su punizione scagliando una bordata a circa 170 km/h. Nel mercato invernale del 2002 i nerazzurri lo hanno girato in prestito alla Fiorentina, dove ha messo a segno 6 gol in 15 presenze. Dal 2004 “l’Imperatore”, così soprannominato dai tifosi dell’Inter, è diventato un perno dell’attacco nerazzurro dove ha messo a segno 77 gol in 174 presenze. Adriano è sicuramente uno dei più grandi rimpianti del calcio mondiale in quanto, dopo la morte  improvvisa del padre nell’agosto 2004, l’attaccante è caduto in una profonda depressione e poco a nulla sono serviti gli sforzi di Javier Zanetti e dei suoi compagni del tempo che hanno provato a far tornare il sorriso ad Adriano che nel frattempo era caduto nella dipendenza dell’alcol.

Nel matchday Programme il bomber brasiliano ha raccontato la sua esperienza all’Inter: “Il calcio è stato – ed è – tutto nella mia vita. Per un ragazzo nato in una favela certe cose possono sembrare impossibili. Io grazie al calcio ho potuto dare una vita migliore alla mia famiglia, ho potuto girare il mondo… Questo è stato tutto nella mia vita. L’Inter fa parte della mia vita, è la mia famiglia, un club che amo e sostengo sempre. Ho vissuto tanti momenti bellissimi qui, se chiudo gli occhi il gol che rivedo è quella punizione al Bernabeu del 14 agosto 2001, dicono che quella palla andasse a 170 all’ora… È indimenticabile per me, così come la rete nella finale della Copa America del 2004 contro l’Argentina: quel gol segnato al 93’ ci ha permesso di pareggiare e poi vincere ai rigori e rimane un ricordo indelebile”.